Articolo di Vauro Senesi tratto dal DNews del 29 Aprile 2008. Pag.15
Il profumo di timo di Gaza per un'altra informazione.
Nei giornali le notizie
Il timo ha un profumo fresco e delicato che rende deliziose le piccole focaccine rotonde che spesso in Palestina vengono consumate per la colazione. Non so se ieri anche sulla tavola di quella madre di Beit Hanun c’erano ed emanavano il loro aroma.
Gaza è ridotta alla miseria ed il cibo scarseggia. Beit Hanun è un campo profughi e lì la miseria è ancora più feroce. Mi piace però pensare che quella madre fosse riuscita a procurarsi un po’ di farina, qualche goccia di olio e il timo. Per preparare ai suoi 4 bambini le focaccine rotonde. Quattro bambini tra i 15 mesi e i6 anni.
Mi piace pensarlo perché così si può almeno sperare che se ne siano andati con quel profumo nelle narici e non con l’odore della carne umana bruciata, del sangue, dell’esplosione che li ha uccisi. Lo posso sperare per loro, non per la madre.
Le ultime ore di vita
Perché lei è morta dopo ore di agonia e le ultime immagini della sua vita sono state quelle dei propri figli straziati tra le macerie di casa sua, colpita da una cannonata dell’esercito israeliano, durante “l’operazione contro infrastrutture del terrorismo”. Forse questa notizia riuscirà a trovare un po’ di spazio nei giornali di oggi, tra analisi e dichiarazioni di vincitori e vinti del ballottaggio elettorale.
Nel momento in cui scrivo queste righe i seggi sono ancora aperti, non conosco il risultato delle urne. Sennò, probabilmente sarei anch’io tra quelli che si chiedono come sia possibile che a pochi giorni dell’anniversario della liberazione dell’Italia dal fascismo, la capitale sia stata consegnata a un signore che porta al collo la croce celtica, o a rallegrarmi della sua sconfitta, mestamente, perché l’antagonista vittorioso brillerebbe soltanto della propria mediocrità.
Quindi il racconto della madre di Beit Hanun e dei suoi figli massacrati è poco più di un tappabuchi, dovuto al tempo insufficiente che ho per dedicare questa rubrica alle elezioni. Tappabuchi, in fondo, sono tutti i giorni, nei media, le notizie che riguardano i massacri delle popolazioni costrette a subire le guerre, da Israele alla Palestina, all’Africa, all’Afghanistan, all’Iraq.

Ho pensato spesso che continuare a denunciare l’indifferenza della politica, dei mezzi di informazione, e quindi di buona parte dell’opinione pubblica su queste stragi continue, non porti altro che ad alimentarla ancora di più.
Una lamentosa e ripetitiva litania volta a invocare un moto di indignazione, che però non si produce e quando si produce, seppur debolmente, viene subito sommersa dalla valanga delle giustificazioni. Forse oggi ne troverete già, sempre che la notizia della madre di Beit Hanun sia riuscita a filtrare tra le miriadi di insulsaggini di cui saranno pieni i giornali e i tg.
Trattandosi poi di vittime palestinesi, ce ne saranno già di preconfezionate: “I terroristi sono loro, così crudeli che si fanno scudo della popolazione civile”. Certo, su chi oserà far notare che sull’arma che ha massacrato i bambini c’è la stella a sei punte pioveranno accuse di latente o dichiarato antisemitismo. Si getteranno sulla bilancia “i morti dell’altra parte” per giustificare questi. Ché i piatti della macabra bilancia non restino mai vuoti. Cosa conta il profumo del timo?
VAURO SENESI
GI O R N A L I S TA















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