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venerdì 13 giugno 2008

Aspettando PrimoZanni


Sempre Aspettando...


venerdì 6 giugno 2008

Niente aggravante per il cileno

06 Giugno 2008 - Niente aggravante della clandestinità per il cileno accusato di resistenza a pubblico ufficiale e dannegiamento. Lo ha deciso un giudice del Tribunale di Milano che, ha definito 'manifestamente irragionevole' l'aggravante della clandestinità in quanto il reato commesso era già aggravato.


PrimoZanni

Camorra: nuovi arresti

06 Giugno 2008 - 49 arresti riguardanti i reati di omicidio, estorsione, rapine, porto e detenzione di armi, detenzione, acquisto e cessione di sostanze stupefacenti sono stati compiuti dalla Polizia di Napoli e Avellino nell'operazione "Alleanza Nolana".
I Carabinieri della compagnia di Giugliano hanno invece arrestato 6 individui per i reati di estorsione, minacce e lesioni personali aggravate dal metodo mafioso perpetrate ai danni di due imprenditori locali.

PrimoZanni

giovedì 5 giugno 2008

Voglio l'eutanasia, caso nazionale

05 Giugno 2008 - Avrebbe detto «Voglio morire, ma da solo non ce la faccio, aiutatemi con un'iniezione letale - ... - Per me ci vorrebbe l'eutanasia» l'mprenditore e politico italiano Vittorio Cecchi Gori che avrebbe inoltre dichiarato riferendosi al gip «è vero che è una donna? E allora che mi metto? Non ho un vestito, mi mancano le bretelle, non ho neppure la cravatta, ho solo questa tuta con un filino di elastico. E non c'è neanche uno specchio per farsi la barba» I suoi legali dichiarano la sua detenzione incompatibile con il suo stato di salute. No comment.

PrimoZanni

Piano segreto di Bush

05 Giugno 2008 - Secondo l'Independent il presidente u.s.a. Bush e quello iracheno Maliki starebbero negoziando a Baghdad un accordo segreto per mantenere l’occupazione dell’Iraq senza alcun limite di tempo. Oltre a rendere il paese mediorientale sempre più privo di quella sovranità che gli spetterebbe, l'accordo metterebbe in grave difficoltà il candidato democratico per la Casa Bianca Barack Hussein Obama.

PrimoZanni

mercoledì 4 giugno 2008

Berlusconi, "frainteso nuovamente"

04 Giugno 2008 - Silvio Berlusconi, presidente del consiglio italiano, continua come non mai la sua serie di dichiarazioni auto-smentite. L'ultima in ordine riguarda il famigerato "reato di clandestinità". Il capo del pdl si era infatti ieri dichiarato contrario al reato di clandestinità presente nel ddl approvato due settimane fa dal Consiglio dei ministri all'unanimità, che porta come prima firma proprio quella dello stesso Berlusconi. Scocciato il ministro degli interni Roberto Maroni che si dice "sorpreso" (beato lui che riesce ancora a sorprendersi) delle dichiarazioni del suo presidente di coalizione. Immediata però arriva l'auto-smentita del primo ministro che, dopo aver dato la colpa ai giornalisti della male interpretazione delle sue dichiarazioni, ha affermato che il suo era un semplice commento personale.
Ma non finisce qui è infatti nel colloquio bilaterale con il dittatore egiziano Moubarak che Berlusconi da il meglio di se affermando che bisogna ''tenere presente che Israele si sente continuamente sotto assedio - e che le continue ''minacce'' alla sua esistenza - sono cose che gettano nell'angoscia un popolo''. E' quindi israele che, secondo Berlusconi, è oggi sotto assedio e non la pluri-vessata e incarcerata popolazione Palestinese in primis di Gaza.
Infine per riaffermare il suo ruolo di indiscussa "star" afferma che si può parlare di ipotesi AirFrance. Ipotesi AirFrance quindi, la stessa che "l'impareggiabile" aveva messo fuori gioco millantando una "cordata italiana" che sempre secondo lui era già bella e formata durante la campagna elettorale.
Verrebbe da "sorprendersi" se il soggetto in questione non fosse, quel tale, Silvio da Arcore.

PrimoZanni

martedì 3 giugno 2008

Discorso di Ahmadinejad al vertice Fao a Roma





03 Giugno 2008 - Nel suo intervento, al vertice FAO di Roma, il Presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha detto: ''Oggi i pianificatori dei poteri forti agiscono per svalutare il dollaro e imporre la loro volontà sul mercato. Sappiamo che la svalutazione della moneta americana e la crescita dei prezzi energetici sono due facce della stessa medaglia, citate come ragioni dei recenti sconvolgimenti - ed ha inoltre affermato - come può il meccanismo dell'Onu migliorare la situazione quando alcuni dei poteri forti decidono al posto del Consiglio di Sicurezza, il più alto organo decisorio, e lo usano in modo del tutto strumentale?".
Per quanto riguarda invece la questione Sionista, il Presidente Ahmadinejad, a differenza di quanto erroneamente riportato (per propaganda o per semplice copia e incolla) da tutti i giornali, non ha parlato di carte geografiche, ma di tempo e non ha parlato di Israele o di Ebrei, ma di regimi occupanti e di Sionismo che come ben si saprà le Nazioni Unite avevano equiparato, con una Risoluzione del 1975 al razzismo. Risoluzione ritirata solo nei primi anni '90 con l'inizio del "processo di 'pace'". Ahmadinejad inafatti ha affermato come aveva già fatto in precedenza che "il regime sionista è destinato - da sè e non per "mano sua" come si vuole far credere - a scomparire dalle pagine del tempo". A riprova di ciò bisogna ricordare che Ahmadinejad non ha ne il potere di dichiarare guerra, nè il controllo sulle forze armate. Poteri questi in mano alla Guida Suprema della Repubblica, Ali Khamenei. A nulla valgono quindi le esternazioni della Nirenstein, la quale sembra auspicarsi un "nuovo tribunale d Norimberga" che dovrebbe vedere imputato il Presidente Iraniano reo di non aver commesso crimini che "si dice" potrebbe commettere. La deputata del pdl ha infatti affermato: "Da parte di tutti i nostri politici e intellettuali e di tutto il nostro popolo deve esserci un atteggiamento di riprovazione e di forte attenzione di fronte a questa visita- e anche - l'Iran promuove una cultura dell'odio, finanzia movimenti terroristici, arma e si arma. Ha un grosso budget d'affari con l'Europa ma pone problemi morali la sua politica imperialista nei confronti del mondo arabo e dell'occidente". La faziosa Fiamma Nierenstein inoltre ritiene "ottimo" il rifiuto del governo italiano di ricevere il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad in occasione della sua visita in Italia.

PrimoZanni

Alialia si affida a Intesa San Paolo

03 Giugno 2008 - dopo il decreto legge approvato dal consiglio dei ministri il 30 maggio, il cda di Alitalia ha scelto Intesa Sanpaolo come proprio advisor per la ricerca nell'offerta.

PrimoZanni

lunedì 2 giugno 2008

Calderoli smentisce, c'era un nostro ambasciatore

02 Giugno 2008 - Roberto Calderoli placa subito gli animi dei non pochi perplessi che si sono domandati come mai non ci fossero i ministri leghisti alla consueta parata del 2 Giugno, in onore della Festa della Repubblica Italiana. Il leghista dice "Alla parata del 2 giugno un nostro ambasciatore c'era e quindi sono pretestuose le polemiche sull'assenza della Lega Nord".
Parla quindi di un fantomatico "ambasciatore leghista" in visita in Italia il dentista Calderoli che aggiunge "detto questo, personalmente ho grosse perplessita' sulle innumerevoli e onerose manifestazioni di questo genere che si tengono in un Paese in cui, come dice l'Istat, una famiglia su tre non riesce ad arrivare a fine mese". Lasciando da parte le famiglie d'Italia, uniche a rimetterci in questo grottesco carnevale, pare di capire che parlando di "perplessita' sulle innumerevoli e onerose manifestazioni di questo genere" intendesse riferirsi alle futili, se non peggio, manifestazioni come quella del primo Giugno 2008 a Pontida dove, si giurava su non si sa bene cosa, si inneggiava a non si sa bene chi e si parlava si sa bene come. Come al solito. Viene da chiedersi: con quali soldi si organizzano quelle manifestazioni dal dubbio gusto? A chi vanno i proventi delle vendite di gadgets dal dubbio significato? Risponda a queste domande "l'ambasciatore leghista", il "soldato di Bossi" Roberto Calderoli e veda cortesemente, se è troppo interessato negli affari Padani di non impicciarsi in quelli Italiani. E se invece è interessato in quelli italiani la smetta lui e quell'altra "gente padana" di prendere in giro il "popolo del nord", raccontando gratuite novelle in patria e facendo l'opposto quando invece si è in missione "nel paese a sud del Po".

PrimoZanni

Sardo salva austriaca da suicidio

02 Giugno 2008 - Un ragazzo sardo dopo aver intuito che una ragazza austriaca, con cui parlava via internet, aveva deciso di suicidarsi con un'overdosi da farmaco ha immediatamente chiamato i Carabinieri della compagnia di Carbonia che a loro volta hanno riferito il tutto all'Interpol la quale ha trasmesso l'indirizzo della ragazza alla polizia austriaca. Quest'ultima giunta sul posto assieme ad un medico ha salvato in extremis la giovane che aveva già assunto un'enorme quantita di farmaci.

PrimoZanni

domenica 1 giugno 2008

Nuovo risultato per Hezbollah. Liberato Nassim Nisr

01 Giugno 2008 - Nuovo obiettivo raggiunto da Nasrallah e dalla Resistenza Libanese. Questa mattina Nassim Nisr, dopo sei anni di prigionia nelle carceri israeliane, è tornato nel paese dei cedri grazie ad uno scambio con dei cadaveri di soldati israeliani. Nassim Nisr è stato accompagnato da funzionari della Croce Rossa internazionale. Ad attenderlo al valico di Naqoura c'erano esponenti della resistenza nazionale libanese, i suoi familiari, nonchè i parenti di Samir Kuntar, il prigioniero druso libanese che da decenni è ostaggio nelle prigioni dello Stato ebraico. La liberazione di quest'ultimo è attesa in un prossimo futuro nell'ambito di uno scambio di prigionieri tra Hezbollah ed Israele.

PrimoZanni

La Camorra uccide Michele Orsi

Il quarantasettenne Michele Orsi è stato ucciso a Casal di Principe, roccaforte dei casalesi. La vittima era coinvolta con il fratello ed altre persone nello scandalo del Consorzio Eco 4, attivo nello smaltimento dei rifiuti del basso casertano. Dopo l'arrestato nel 2007 Orsi stava collaborando con gli investigatori.

PrimoZanni

Arrestato trentacinquenne Reggiano. Ricattava casalinga.

01 Giugno 2008 - Ricattava una casalinga venticinquenne con delle foto hard nel tentativo di estorcerle 1.500 euro. Per questo, dopo che la donna ha sporto denuncia, i carabinieri della Compagnia di Guastalla (Reggio Emilia), lo hanno arrestato.


PrimoZanni

Bossi, ci batteremo per la "libertà"

01 Giugno 2008 - Il leader federale della Lega Nord da Pontida dichiara "Se non ci sara' il federalismo fiscale centinaia di migliaia di uomini sono pronti a battersi per la libertà - e aggiunge - stiamo realizzando il federalismo fiscale perché stiamo trattando col governo ombra. Perché bisogna trattare un pomeriggio intero, altrimenti finisce come con la devoluzione che fu bocciata". Inciucio lo chiamerebbe qualcuno. Staremo a vedere.

PrimoZanni

Castelli, il ponte sullo stretto? Prima il nord

01 Giugno 2008 - Il ponte si potrà cominciare un minuto dopo che verranno iniziate le grandi opere del nord. Questo è il commento che pronuncia alla sua gente da Pontida, il sottosegretario alle infrastrutture. Roberto Castelli aggiunge poi che "deve essere chiaro che le risorse per la realizzazione del ponte non devono essere sottratte alle infrastrutture del nord". Parola di federalista.

PrimoZanni

Gran giorno a Pontida

01 Giugno 2008 - Il primo Giugno 2008 rimarrà come ha detto Calderoli «un evento storico, con una partecipazione senza precedenti». Per l'Italia? Certo che no. Rimarrà nella storia della grande nazione padana che non c'è. Oggi a Pontida, comune posto (nella padana) Valle San Martino in provincia di Bergamo, gli 86 parlamentari del partito di Bossi si prodigheranno nel loro consueto, sacro giuramento agli elettori. Previsti oltre 40.000 padani puro sangue che arriveranno con 250 pullman da tutta la padania. Saranno presenti almeno 60 gazebo delle più importanti associazioni della padania: Collezionisti padani, Padanambiente, Volontari verdi, Automobil club padano e non mancheranno, per l'intrattenimento dei padani più piccini (detti anche i piccoli padani), gli Orsetti Padani. La scenografia sarà unicamente padana con tre grandi vele, due laterali con il 'Sole delle Alpi' e una centrale con il simbolo elettorale della Lega. Accanto a queste ci saranno due torri di 12 metri su ognuna delle quali ci sarà una riproduzione della statua del leggendario Alberto da Giussano e sul palco di trenta metri per dieci (giunti direttamente dall'Italia per questo epocale avvenimento) parleranno Zaia, Maroni, Calderoli e anche il sempreverde (prima rosso) Bossi Umberto. Ma non finisce qui dice il sindaco di Pontida che aggiunge "l’8 giugno, ci sarà la rievocazione dello storico giuramento dei comuni lombardi del 1167. Un doppio giuramento, con un legame storico e identitario ad unirli". Insomma cosa dire se non - Appuntamento a domenica prossima - sempre nell'attesa però che qualcuno ci spieghi (in questa farsa storica) il "legame" che sussiste tra quelli che combatterono il Barbarossa e quelli che oggi si rifanno ad essi - a mio modesto parere - incomprensibilmente.

Propongo qui il giuramento di Pontida del 7 aprile 1167 che si dice venne recitato dai 22 comuni che lottarono contro l'impero di barbarossa

Nel Nome del Signore, così sia.
Io giuro sui sacri Evangeli, che non farò pace, tregua o trattato con Federico Imperatore, nè col di lui figliolo, nè colla di lui moglie, nè con altri della sua famiglia, nè per suo conto nè per parte altrui; e di buona fede, con tutti i mezzi che saranno in mio potere mi adoprerò ad impedire che nessun esercito, piccolo o grosso, di Lamagna o di qualunque altra contrada dell'Impero, che trovisi al di la dei monti, entri in Italia; e ove si presenti un esercito, io farò guerra viva all'Imperatore ed a tutti i suoi partigiani, insino a chè il suddetto esercito esca d'Italia; e ciò farò pure giurare ai miei figli, appena compiranno i 14 anni.

A voi i commenti!

PrimoZanni

Con la vipera anche al pronto soccorso


01 Giugno 2008 - Un veneziano di 67 anni si è recato al pronto soccorso accompagnato dalla stessa vipera che lo aveva morso poco prima. L'uomo è ora sotto osservazione all'ospedale di Portogruaro in provincia di Venezia.

PrimoZanni

Longone al Segrino (Como): 5 medici indagati per omicidio colposo

01 Giugno 2008 - Dopo che l'autopsia ha accertato la morte per soffocamento di una donna di 60 anni al centro residenziale di terapie psichiatriche Beldosso di Longone al Segrino, la Procura di Como ha posto sotto indagine 5 tra medici e paramedici della struttura ospedaliera.

PrimoZanni

sabato 31 maggio 2008

Europa 7: la Tv che non c'è

31 Maggio 2008 - Il consiglio di stato ha chiesto al Governo di pronunciarsi nuovamente sulla richiesta di Europa7 di vedersi assegnate le frequenze che le spettano. Lo stesso ricorda inoltre che il 31 Gennaio 2008 la Corte di Giustizia europea ha dato ragione alle richieste dell'emittente di Francesco di Stefano. Il presidente di Mediaset Confalonieri ha invece affermato che "Retequattro va avanti tutta - in quanto - ha l'autorizzazione a trasmettere, e la Corte di giustizia europea aveva detto al Consiglio di Stato che giudicasse se Europa 7 avesse diritto a un risarcimento".

PrimoZanni

Agente arrestata a Cosenza si suicida

31 Maggio 2008 - Fabrizia Germanese, l'agente penitenziaria che era stata arrestata a Cosenza per il possesso di 9 kg. di droga, è stata trovata impiccata nel carcere di Castrovillari. La donna dopo l'arresto aveva manifestato evidenti sintomi di turbamento. Sulla mancata sorveglianza la Procura di Castrovillari ha aperto un'inchiesta.

PrimoZanni

Morti sul Lavoro / Maggio 2008

Dati forniti a AntonioDiPietro.it da Marco Bazzoni (operaio e rappresentante per la sicurezza).
www.antoniodipietro.com

Morti sul lavoro nel mese di Maggio 2008.

Venerdì 30 Maggio 2008
- Enzo Barone, di 41 anni, operaio, morto a Castions di Strada (UD)
- Stefano Locatelli, di 30 anni, operaio, morto a Bergamo
- Dario Ubertoli, di 30 anni, operaio, morto a Sandrigo (VI)
- Santino Guida, di 54 anni, operaio, morto a San Marcello (AN)
- Ermiono Croda, di 54 anni, agricoltore, morto a Trento
- Salvatore De Moro, di 73 anni, coltivatore, morto a Sanremo

Martedì 27 Maggio 2008
- Angelo D'Onghia, di 47 anni, operaio, morto a Monopoli (BR)
- Orazio Linguanti, di 44 anni, operaio, morto a Ragusa

Lunedì 26 Maggio 2008
- Mohammed El Mouine, di 22 anni, operaio, morto a Pontemazzori (LU)
- Un agricoltore, morto a Ciardes (BZ)

Venerdì 23 Maggio 2008
- Salvatore Vitale, netturbino, morto a Napoli
- Mauro Fogliani, di 55 anni, imbianchino, morto a Migliarina di Carpi (MO) - Domenico Origlia, di 69 anni, agricoltore, morto a Valle Versa (AT)

Giovedì 22 Maggio 2008
- Giuseppe Simeone, di 29 anni, operaio, morto nel tratto autostradale dell'A1 compreso tra Pontecorvo e Ceprano (FR)

Mercoledì 21 Maggio 2008
- Thomas Pichler, di 30 anni, operaio, morto a Prato Isarco (BZ)

Martedì 20 Maggio 2008
- Mario Di Girolamo, di 32 anni, operaio, morto a Marcegaglia di Casalmaggiore (CR)

Lunedì 19 Maggio 2008
- Angelo Origgi, di 57 anni, imprenditore di una ditta di minuterie metalliche, morto a Oggiono (LC)
- Un operaio, di 60 anni, morto a San Lucido (CS)

Venerdì 16 Maggio 2008
- Giuseppe Accomando, di 38 anni, operaio, morto a Piombino (LI)

Giovedì 15 Maggio 2008
- Giuseppe De Stefano, di 29 anni, operaio, morto a San Mango Piemonte (SA)

Martedì 13 Maggio 2008
- Giuseppe Caracausa, di 62 anni, operaio, morto a Villabate (PA)
- Fernando Vescio, di 42 anni, operaio, morto a Lamezia Terme (CZ)

Lunedì 12 Maggio 2008
- Domenico Mennea, di 45 anni, coltivatore, morto a Trinitapoli (FG)
- Claudio P., di 53 anni, operaio, morto a Arenzano (GE)

Sabato 10 Maggio 2008
- Giuseppe Cassano, di 46 anni, operaio, morto a Monopoli (BA)
- Davide Muraro, di 66 anni, operaio, morto a Montecchio Maggiore (VI)

Venerdì 9 Maggio 2008
- Stanislao Crispino, di 35 anni, operaio, morto a Casandrino (NA)
- Un agricoltore di 81 anni, morto a Paliano (FR)

Giovedì 8 Maggio 2008
- Fabio Castaldelli, di 33 anni, operaio, morto a Cascina Risaia di Villareggia (TO)
- Giuseppe Cirelli, di 43 anni, operaio della Federal Mogul, morto a Maissana (SP)

Lunedì 5 Maggio 2008
- Giorgio Grasso, di 73 anni, agricoltore, morto ad Asti
- Operaio di 31 anni, morto a Roma

Sabato 3 Maggio 2008
- Francesco Laneve, di 60 anni, operaio, morto a Monopoli (BA)
- Codurt Tetedilia, di 30 anni, operaio, morto a Fornazzo-Milo (CT)

Venerdì 2 Maggio 2008
- Giuseppe Ferraro, di 31 anni, agricoltore, morto ad Apollinara di Corigliano Calabro (CS)

PrimoZanni

Gladio, il principale segreto della Repubblica.

Articolo di Solange Manfredi tratto dal blog di PaoloFranceschetti.com del 29 Maggio 2008.

paolofranceschetti.blogspot.com

E’ Gladio il segreto della Repubblica, lo troviamo dietro tutte le stragi di Stato e i principali misteri della Repubblica.

Questo articolo sarà necessariamente lungo, ma ciò si rende necessario per la particolare importanza del problema, probabilmente, la risposta ai mille perché delle stragi di stato italiane.
Nella storia della nostra Repubblica quando troviamo stragi, omicidi eccellenti e traffici di armi troviamo sempre anche Gladio…e mai dalla parte giusta. Vedremo il perché. Ma soprattutto oggi esiste ancora? E se si cosa fa e come si chiama? Forse Falange armata?

1. Nascita di Gladio. 2. L’omicidio Mattei 3. Il piano Solo. 4. L’omicidio Calabresi. 5. Strage della questura di Milano. 6. Argo 16. 7. Il sequestro Sossi. 8. Omicidio Occorsio. 9. L’omicidio Amato. 10. Il caso Moro. 11. L’Omicidio Toni e De Palo. 12. L’omicidio Rostagno. 13. L’omicidio Li Causi. 14. Cambia il nome? 15. La Falange Armata. 16. Conclusioni.

1. Nascita Gladio.

Era il 1952 quando, grazie ad un patto segreto stipulato tra la CIA e il capo del Servizio informazioni forze armate (Sifar), nasceva l’organizzazione “Stay Behind” (“Gladio”).

La struttura, alle dipendenze dell’Ufficio R del Sifar, era articolata in 40 nuclei, dei quali sei informativi, dieci di sabotaggio, sei di propaganda, sei di evasione e fuga, dodici di guerriglia. Inoltre erano state costituite cinque unità di guerriglia di pronto impiego in regione di particolare interesse.

Una prima domanda sorge spontanea: dove e come venivano reclutati i gladiatori?

Dirà il magistrato Libero Mancuso: «Il capo della “Gladio” statunitense Mike Sednaoui, vice capo della Cia a Roma, reclutava nella P2: se non si era della P2, difficilmente si dava quella garanzia di affidabilità richiesta.[1]».

Infatti dell’esistenza di questa struttura, proprio perché nata da un accordo segreto (ovvero in una situazione di assoluta illegittimità costituzionale) e non, come invece avrebbe dovuto essere, da un accordo internazionale del Governo e del Parlamento, ne erano a conoscenza solo poche persone. Ovvero: alcuni politici, alcuni ufficiali dei servizi segreti e la massoneria deviata (in logge massoniche collegate con la P2, troviamo anche uomini del calibro di Stefano Boutade, Michele Greco e Pino Mandatari, commercialista di Riina) Solo loro erano a conoscenza della struttura e solo loro, probabilmente, potevano attivarla. Questo per più di 30 anni.

Solo nel 1990, infatti, grazie ad un indagine del giudice Casson (che stava indagando sui depistaggi operati dai carabinieri e dai servizi segreti nell’inchiesta sulla strage di Peteano) si scoprirà dell’esistenza di Gladio.

Scoppia il caso. Andreotti, chiamato a riferire in Parlamento, ammetterà l’esistenza di Gladio affermando che la struttura, formata da 622 unità, aveva lo scopo di difendere l’Italia da una possibile invasione sovietica. Non essendoci mai stata un’occupazione sovietica, la struttura non fu mai attivata e, soprattutto, non avrebbe mai interferito con la vita democratica del Paese.

Il materiale documentale raccolto nel corso delle indagini dal G.I. di Venezia Casson e dai sostituti procuratori militari di Padova, Sergio Dini e Benedetto Roberti, però attesterebbe, in realtà, come fin dalla sua nascita Gladio si sia vista attribuire compiti di interesse nella vita politica interna del paese.

Dal materiale raccolto si evince:

1. come i gladiatori venissero addestrati a tutta una serie di attività terroristiche:

- con finalità intimidatorie (lancio di bombe contro sedi di partito);
- di provocazione, ovvero pestaggi e azioni che facessero degenerare delle manifestazioni pacifiche in scontri con la polizia (ricordate il G8?);
- atti di terrorismo da addossare ad altri.

2. Come la strutturata fosse organizzata su più livelli al fine di poter rendere opportunamente divulgabile alcuni settori in caso di necessità (ovvero di scoperta). Mentre, in posizione occulta e da tenere nascosta ad ogni costo, una struttura più profonda, formata da soggetti i cui nomi dovevano rimanere ignoti (e che tutt’ora in effetti lo sono). La struttura più profonda avrebbe avuto funzioni di turbativa della vita politica nazionale.

Purtroppo le indagini non sono state portate a compimento sia perché come si evince dalla sentenza e dalla perizie del processo Gladio:

Alla direzione del Sismi si è tentato di cancellare le tracce della plurima attività di “Gladio” provvedendo a distruggere o manipolare i documenti d’archivio. Il magistrato veneziano Felice Casson ha scritto: “Gli archivi dei servizi segreti sono stati debitamente epurati, se non addirittura saccheggiati[2]. Giuseppe De Lutiis, nella perizia effettuata sui documenti del Sismi sottoposti a sequestro, ha scritto: “..È inoltre da rilevare che nei registri di protocollo si riscontrano una abnorme mole di documenti distrutti col fuoco nei giorni intercorrenti tra il 29 luglio e l’8 agosto 1990, e cioè in concomitanza con l’accesso del giudice Casson al Servizio per la consultazione di documenti (27 luglio 1990) e con le dichiarazioni del presidente del Consiglio Andreotti dinanzi al Parlamento (il 2 agosto alla Camera, e il 3 alla Commissione parlamentare sul terrorismo e le stragi)” [3].

E sia perché, ai magistrati militari Sergio Dini e Benedetto Roberti: “l’inchiesta è stata loro sottratta quando hanno scoperto che l’organizzazione “Gladio” era articolata in più livelli: la parte dei 622 era “il coperchio legittimo, formato essenzialmente da gente in buona fede che ritenevano di operare solo in funzione antinvasione”, ma vi erano livelli più segreti fino al “nocciolo chiave”, “alle azioni “sporche” dei servizi”, un nocciolo attivato “al di là dei compiti istituzionali” [4].

Secondo quanto accertato nelle indagini della Procura militare di Padova, inoltre, intorno a metà degli anni ’80 la struttura Gladio sarebbe stata in un certo modo “riarticolata”, così da poter semiufficializzare parte della struttura (Gladio???), e, contemporaneamente, coprire ulteriormente il livello più occulto (Falange Armata????).

Insomma, come dice il giudice Imposimato:

Gladio è il segreto della Repubblica. E’ materiale da maneggiare con cura…… una struttura occulta assolutamente incostituzionale avente mani libere per qualunque tipo di azione preventiva[5].

La domanda da porsi, dunque, è: a quali azioni, preventive e non, ha preso parte Gladio? Ufficialmente a nessuna, non è mai stata attivata. Il problema però è che Gladio compare nelle pagine più buie della storia della nostra Repubblica. Vediamo quali:

2. Omicidio Enrico Mattei

E’ l’8 gennaio 1962. Enrico Mattei, presidente dell’Eni è atteso in Marocco per l’inaugurazione di una raffineria.

Il pilota del suo aereo personale prima della partenza si accorge di una lievissima sfumatura sonora proveniente da uno dei reattori. Cerca la causa dell’anomalia e si accorge di un giravite fissato con del nastro adesivo ad una delle pareti interne del motore: L'episodio, classificato come banale dimenticanza dei tecnici, poteva con ottima probabilità provocare la seguente dinamica: il calore del reattore avrebbe sciolto il nastro, il cacciavite sarebbe finito nel reattore stesso, che sarebbe esploso senza lasciar traccia dell'oggetto, potendo il tutto poi apparire come un normale incidente[6].

Questa, più che una dimenticanza dei tecnici, sembra proprio un lavoro da esperti in sabotaggio, proprio una delle tecniche cui erano esperti i gladiatori.

Quello che è certo è che Gladio era vicinissima al Presidente Mattei. Infatti proprio il capo scorta personale di Mattei, Giulio Paver, apparteneva al nucleo laziale di “Gladio”.

Dello stesso nucleo laziale di Gladio facevano parte anche Armando Degni (che verrà poi inquisito per il tentato golpe borghese), Lucio Grillo e Camillo Grillo. Proprio il sedicente ufficiale dei Carabinieri che di nome, guarda caso, fa proprio Grillo, si presenta, il 27 ottobre 1962, con altre due persone all’aeroporto di Catania per ispezionare l’aereo di Mattei, poco prima del decollo[7]. Sarà l’Ultimo. Poche ore dopo il bireattore esplode in volo. Con Mattei perdono la vita Irnerio Bertuzzi, e il giornalista di “Time Life” William McHale.

Pochi mesi dopo il capo scorta Giulio Paver, appartenente a Gladio, lascia il suo incarico all’Eni. Probabilmente perché il suo compito è terminato.

3. Piano Solo

E’ il 1964. Il Generale massone De Lorenzo, capo del Sifar e, praticamente, fondatore di Gladio, ha predisposto un piano per attuare un vero e proprio colpo di Stato militare nel caso in cui il Governo di centro sinistra (presieduto da Aldo Moro) non ridimensioni le sue istanze riformiste (vedi articolo su questo blog del 06 gennaio 2008).

Il Piano Solo prevede l’occupazione di obiettivi strategici nelle principali città italiane nonché l’arresto di 731 dirigenti comunisti e socialisti, sindacalisti, intellettuali di sinistra e esponenti della sinistra Dc da deportare poi in Sardegna nella base di Capo Marrangiu, ovvero nella base di Gladio.
Sulla vicenda il governo pone il segreto di Stato

4. L’omicidio del Commissario Luigi Calabresi.

Il commissario Luigi Calabresi viene ucciso il 17 maggio del 1972.
Da anni il commissario Calabresi è vittima di una vergognosa campagna stampa diffamatoria che lo vuole responsabile della morte dell’anarchico Pinelli, volato giù dalla finestra della questura di Milano il 15 dicembre 1969.
E’ il 1988 quando, dopo 17 giorni passati, all’insaputa della magistratura, con un colonnello dei Carabinieri, un rapinatore, ex di Lotta continua, Leonardo Marino confessa di aver ucciso, insieme ad Ovidio Bompressi, il Commissario Calabresi per ordine di Adriano Sofri e Giorgio Pietrostefani.
Le motivazioni del gesto sarebbero state quelle di una vendetta proprio per la morte dell’anarchico Pinelli.
I processi che ne seguiranno non solo saranno indiziari ma alcuni corpi di reato risulteranno scomparsi o distrutti (????)

Eppure in pochi hanno sottolineato che:
- quando il Commissario Calabresi fu ucciso stava portando avanti una delicata inchiesta su un traffico di armi di grosse dimensioni tra la svizzera e il veneto;
- dei rapporti del Commissario sulle indagini inerenti il traffico d’armi non si è trovata traccia;
- i principali indiziati del traffico d’armi erano estremisti di destra della cellula veneta (strage di Piazza Fontana);
- una delle prime persone ad essere sospettate dell’omicidio del commissario Calabresi è stato Gianni Nardi, estremista di destra più volte arrestato per detenzione e traffico di armi;
- Gianni Nardi è presente nelle liste Gladio con la sigla 0565;

Ma a chiudere l’indagine circa il coinvolgimento di Nardi nell’omicidio del commissario Calabresi ed il traffico d’armi interverrà la sua presunta morte in un incidente d’auto avvenuto a Palma di Majorca 10 settembre 1976 (Numerose sono le indagini che vedono coinvolte persone legate a Gladio e si concludono con la “morte” dell’indagato)

5. Strage della questura di Milano

E’ il 17 maggio 1973. Gianfranco Bertoli lancia una bomba a mano nel cortile della questura di via Fatebenefratelli a Milano durante l'inaugurazione di una lapide in memoria del commissario Luigi Calabresi. Sono presenti varie autorità tra cui il Ministro dell'Interno Mariano Rumor, obiettivo dell’attentato. Il Ministro Rumor rimane illeso ma la bomba causa 4 morti e 45 feriti.
Immediatamente arrestato Bertoli si dichiara anarchico e afferma che, con il suo gesto, voleva punire il Ministro Rumor per la morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli (ancora!!!!)
Peccato però che Bertoli risulti in contatto con Freda (strage di Piazza Fontana), stipendiato dal Sifar fin dai primi anni ‘60 e legato a Gladio con la sigla 0375.

6. Argo 16

E’ il 30 ottobre 1973. Due arabi, Al Tayeb Ali Fergani (alias Atif Busaysu) e Ghassan Ahmed, arrestati per atti di terrorismo ad Ostia, ottengono, su cauzione, la libertà provvisoria e vengono ospitati in un appartamento a disposizione del Sid a Roma (avete letto bene: ospitati in un appartamento del SID).

Il 31 ottobre 1973 i terroristi vengono accompagnati a Ciampino e, sottratti alla giustizia italiana, imbarcati e trasportati segretamente in Libia sull’aereo militare Argo 16, in uso alla struttura segreta Gladio.

Ad accompagnare a casa i terroristi quattro ufficiali del Sid: il colonnello Giovan Battista Minerva, il capitano Antonio Labruna, il colonnello Stefano Giovannone, il tenente colonnello Enrico Dilani. Enrico Milani appartiene all’organizzazione segreta Gladio. Probabilmente né fa parte anche Giovannone.

Sulla vicenda il Governo pone il segreto di Stato.

7. Sequestro Sossi

Il giudice Sossi viene rapito dalle Br il 18 aprile 1974 dalle brigate rosse.
Due i brigatisti che afferrano materialmente Sossi. Uno è Bonavita, l’altro è l’infiltrato nelle Br dell’Ufficio Affari Riservati, Marra detto“Rocco”.

“...Rocco” è un paracadutista, addestratosi in Toscana e in Sardegna all'uso delle armi e degli esplosivi (proprio come gli appartenenti a “Gladio”) che, prima di infiltrarsi nelle Br, si era specializzato nella pratica della “gambizzazione”, un'arte per la quale farà da istruttore ai brigatisti… A differenza di Pisetta, dopo il sequestro Sossi, “Rocco” non venne bruciato…Proseguì alacremente la sua attività nelle Br per conto dell'Ufficio affari riservati; contribuì, per esempio, a preparare l’azione del commando brigatista che il 18 febbraio 1975 riuscì a liberare Renato Curcio detenuto nel carcere di Casale Monferrato[8]

8. Omicidio Vittorio Occorsio

Il giudice Occorsio, che negli anni aveva indagato sul Golpe Borghese, sul Piano Solo, sullo scandalo Sifar, sulla strage di Piazza Fontana (insomma su tutte le vicende che hanno visto pesantentemente coinvolti i servizi segreti), aveva capito che, probabilmente, dietro a quella lunga scia di sangue vi era un unico comun denominatore e cercava di provarlo.

Nel 1975 Vittorio Occorsio disse al collega Ferdinando Imposimato:
Molti sequestri avvengono per finanziare attentati o disegni eversivi…. Sono certo che dietro i sequestri ci siano delle organizzazioni massoniche deviate e naturalmente esponenti del mondo politico. Tutto questo rientra nella strategia della tensione: seminare il terrore tra gli italiani per spingerli a chiedere un governo forte, capace di ristabilire l’ordine, dando la colpa di tutto ai rossi…Tu devi cercare i mandanti di coloro che muovono gli autori di decine e decine di sequestri. I cui soldi servono anche a finanziare azioni eversive. I sequestratori spesso non sono che esecutori di disegni che sono invisibili ma concreti. Ricordati che loro agiscono sempre per conto di altri[9].

Il 09 luglio 1976, Occorsio viene assassinato. L’autore materiale del suo assassinio è un neofascista, Pierluigi Concutelli, la cui scheda, con l’indicazione della tessera n. 11.070, verrà ritrovata anni dopo da Giovanni Falcone a Palermo, nella sede della Loggia massonica Camea, retta da Michele Barresi e frequentata anche da uomini di Cosa nostra[10].

Il 26 dicembre del 1976 l’ingegner Francesco Siniscalchi (affiliato alla Massoneria dal 1951) invia un esposto-denuncia ai magistrati titolari dell’istruttoria per l’omicidio Occorsio: Siniscalchi fornisce alla magistratura notizie e documenti sulla Loggia P2 e sulla sua attività eversiva, e rivela l’oscuro ruolo di Licio Gelli e le “deviazioni” all’interno di Palazzo Giustiniani; per queste sue denunce, Siniscalchi verrà espulso dalla Massoneria[11]. Gelli avrà la strada spianata.

9. Omicidio Mario Amato

I fascicoli del giudice Vittorio Occorsio vengono ereditati dal collega Mario Amato. Come Occorsio anche Amato capisce che, probabilmente, dietro tutte le sigle terroristiche c’è un’unica regia.

Davanti al CSM il giudice Amato, il 13 giugno 1980, afferma: “sto arrivando alla visione di una verità d'assieme, coinvolgente responsabilità ben più gravi di quelle stesse degli esecutori materiali degli atti criminosi”.
Dieci giorni dopo, il 23 giugno 1980, poche settimane prima della strage di Bologna, il giudice Mario Amato viene ucciso a Roma.

10. Il caso Moro

Come abbiamo visto in articoli precedenti la presenza di Gladio nel caso Moro è imponente. Ricordiamola:

- L'azione militare di via Fani viene definita un “gioiello di perfezione” attuabile solo da uomini super addestrati;

- Le perizie hanno appurato che in via Fani vennero usate anche munizioni di provenienza speciale provenienti da forniture date solo a forze statali militari non convenzionali. Quando, anni dopo, verrano scoperti i depositi “Nasco” della struttura segreta “Gladio” si riscontreranno le stesse caratteristiche nelle munizioni di quei depositi;

- La mattina del 16 marzo alle ore 9 in via Stresa, a circa duecento metri da dove avviene la strage c’è il colonnello del Sismi Camillo Guglielmi, istruttore presso la base di “Gladio” di Capo Marrargiu, dove aveva insegnato ai “gladiatori” le tecniche dell’imboscata;

Ad agevolare la fuga del commando un improvviso black-out interrompe le comunicazioni telefoniche della zona. Circa la vicenda della Sip si legge (Unità dell’11 luglio 1991) in uno scritto di Vladimiro Settimelli :“Una Gladio della Sip allertata il giorno prima del sequestro Moro”;

- La stampatrice modello Ab Dick 360 T (matricola n° 938508) utilizzata dalle Br durante il sequestro Moro per stampare comunicati e altro materiale proveniva dall’Ufficio Rus (Raggruppamento Unità Speciali), ovvero l’ufficio più compartimentato del servizio segreto militare che provvedeva all’addestramento di “Gladio”;

- Da documento della X Divisione Stay Behind (Gladio) del 02 marzo 1978, si evincerebbe come questa fosse a conoscenza del rapimento di Moro ben 14 giorni che questo avvenga;

- l’argomento più spinoso che Moro affronta con i suoi carcerieri – e che non a caso verrà tenuto nascosto ancora per dodici anni dopo la sua morte – riguarda il nervo scoperto (tuttora nodo irrisolto) di Gladio[12] Eppure le Br che avevano detto “Tutto verrà reso noto al popolo e al movimento rivoluzionario”, non riveleranno nulla degli interrogatori del Presidente della Dc e mentendo spudoratamente sosterranno che dagli stessi non era emerso nulla di importante;

- “Il 24 aprile 1978 (quindi15 giorni prima dell’assassinio di Moro n.d.r.) Infelisi emette alcuni ordini di cattura contro Morucci, Faranda, Gallinari. Gli ordini di cattura verranno bloccatil’ipotesi è che ci sia stato un indebito intervento del ministro Cossiga per bloccar gli ordini di cattura, tramite il procuratore generale. Dirà Infelici, quasi trent’anni dopo. “Cossiga è stato il solo sottosegretario alla difesa ammesso a conoscere Stay Behind, cioè Gladio" [13];

- Il 16 marzo 1978 Cossiga decide di istituire dei comitati per gestire la crisi che pullulavano di iscritti alla loggia P2. “Oggi è possibile affermare che le strutture volute da Cossiga non solo non assunsero alcuna iniziativa diretta a salvare la vita di Moro, ma ostacolarono le indagini condotte dalla procura di Roma, bruciando le numerose occasioni che si presentarono agli inquirenti per liberare il leader DC e impedendo persino che l’inchiesta giudiziaria sul sequestro del presidente democristiano venisse formalizzata, ossia arrivasse nelle mani dei giudici naturali e logici destinatari[14].
- “Con il passare degli anni e l’accertamento della verità nel processo sulle stragi e nei vari processi Moro, emerse che il Comitato crisi era un centro di potere di cui facevano parte i vertici di Gladio[15].

- Per confutare la perizia sulla mitraglietta Skorpion utilizzata per uccidere Moro, Valerio Morucci e Adriana Faranda si sono avvalsi di un perito di parte legato al servizio segreto militare: tale Marco Morin, estremista di destra, appartenente a “Gladio[16]. La perizia di Morin ha sostenuto che la Skorpion trovata in possesso di Morucci e Faranda non era l’arma che aveva ucciso Moro. Ma quella “perizia di parte” è stata smentita, rimanendo semplice testimonianza di una stranissima “convergenza”.[17]

11. Omicidio Toni De Palo

Il 2 settembre 1980, Graziella De Palo (giornalista di Paese Sera e de L'Astrolabio) e Italo Toni (redattore dell'Agenzia Notizie) vengono rapiti ed uccisi in Libano.

I due giornalisti stavano svolgendo un’inchiesta su:
- il traffico internazionale di armi tra l’OLP e l’Italia (vi sono varie note su società italiane e straniere);
- 5 campi di addestramento palestinesi situati nel sud del Libano nella zona di Tiro e Sidone.
Sulla loro morte l’opera di depistaggio operata dal Generale Giuseppe Santovito, massone iscritto alla loggia P2, direttore del Sismi, e dal Colonnello Giovannone capocentro del SISMI a Beirut dal 1972 al 1981, entrambi legati a Gladio, sarà vergognosa.

I due agenti del Sismi moriranno improvvisamente prima del processo a loro carico.

Il governo, poi, apporrà il segreto di Stato.

12. Omicidio Mauro Rostagno

E’ il 26 settembre del 1988 quando Mauro Rostagno viene ucciso a colpi di fucile.
Dentro la borsa teneva sempre delle registrazioni che non verranno mai più ritrovate.
Sono in molti a ritenere che sui nastri scomparsi vi siano le immagini, filmate di nascosto tra il giugno ed il settembre del 1988, di un traffico di armi che si svolgeva all'aeroporto abbandonato di Kinisia, che è a qualche decina di chilometri da Trapani proprio nelle stessa circoscritta zona in cui operava il centro Scorpione, un centro di Gladio rimasto in gran parte sconosciuto e dotato di un aereo super leggero in grado di volare al di sotto delle apparecchiature radar.

13. Omicidio Li Causi

Vincenzo Li Causi, uomo del Sismi (servizio segreto militare italiano), per un certo tempo attivo presso la struttura di Gladio operante a Trapani (il centro Scorpione) fu ucciso a Balad, in Somalia il 12 novembre 1993, pochi giorni prima di deporre davanti al Pm proprio sul Centro Scorpione.
Richieste di indagini da parte della Procura romana sono state bloccate da due ministri della Giustizia.

Da più persone il maresciallo Li causi viene indicato come l’informatore di Ilaria Alpi la giornalista che, insieme al suo operatore Miran Hrovatin, pochi mesi DOPO (20 marzo 1994) verrà uccisa sempre in Somalia.

14. Cambia il nome?

Dal breve excursus ora fatto si evince come appartenenti alle liste gladio compaiano a 360° nelle vicende più buie della storia italiana, vicende che influenzano grandemente la politica del paese.
Li troviamo “presenti” in:
- tentati colpi di stato;
- sequestri;
- stragi (sia di destra che di sinistra)
- omicidi;
- traffico di armi, ecc…

Li troviamo sempre presenti, ma la loro presenza è sempre dalla parte sbagliata: tirano bombe, fanno i periti di parte di assassini, depistano, mentono, ecc..

Inoltre, nelle vicende in cui troviamo coinvolti gladiatori vi sono anche sempre una serie di costanti: i testimoni muoiono, i magistrati muoiono, le inchieste vengono bloccate, atti e documenti vengono sottratti o distrutti, viene posto il segreto di stato, ecc…

Come abbiamo sottolineato in un precedente articolo di questo blog (dell’11 gennaio 2008) con modalità che troviamo costante, quando i servizi segreti vengono travolti da scandali che neanche l’apposizione del segreto di Stato riesce più ad arginare, il Governo li riforma, ovvero cambia il nome alla struttura ma, nella sostanza, uomini, mezzi e fini restano gli stessi.

Ciò che è lecito domandarsi oggi è se è possibile che per Gladio sia successa la stessa cosa. Ovvero: una volta scoperta la struttura Gladio è possibile che uomini e mezzi siano semplicemente stati “rinominati”? E se si oggi come si chiama la nuova Gladio? Forse Falange armata?

15. La Falange Armata.

Come già sottolineato in un articolo di questo blog (19 gennaio 2008) pochi mesi dopo la scoperta della struttura segreta Gladio sulla scena italiana compare un’altra sigla “strana”: Falange armata. La troviamo:
1991
Il 4 gennaio, a Bologna nel quartiere del Pilastro, vengono uccisi tre carabinieri.
La strage è rivendicata dalla Falange Armata.
Per compiere la strage viene usato un mitra Beretta SC 70 in dotazione soltanto a forze speciali di pronto intervento
Il 3 maggio in una armeria di Bologna vengono uccise tre persone.
La strage è rivendicata dalla Falange Armata.
1992
Febbraio. Craxi, a seguito dei tanti avvisi di garanzia, si dimette da segretario del PSI.
La Falange armata inizia le minacce contro mani pulite.
Il 23 maggio Giovanni Falcone viene ucciso insieme alla moglie ed alla scorta a Capaci.
La strage viene rivendicata dalla Falange Armata.
Sulla collina di Capaci viene trovato un biglietto con il numero di cellulare di un funzionario del Sisde.
Il 19 luglio Paolo Borsellino viene ucciso con alcuni agenti della sua scorta in via d'Amelio a Palermo.
La strage viene rivendicata dalla Falange Armata.
Alle spalle di Via D'Amelio, situato sul Monte Pellegrino, c'è Castel Utveggio.
E' il punto di osservazione migliore perchè si domina perfettamente la vista dell'ingresso dell'abitazione di via D'Amelio.A Castel Utveggio ha sede un ente regionale il C.E.R.I.S.D.I., dietro il quale avrebbe trovato copertura un organo del SISDE.
1993
Marzo. Rogatoria di Di Pietro a Hong Kong sui conti di Craxi e contemporaneo messaggio della Falange armata: "A Di Pietro uccideremo il figlio".
14 maggio esplode una autobomba in via Fauro a Roma. 15 feriti.
La strage viene rivendicata dalla Falange Armata.
27 maggio in Via Dei Georgofili a Firenze esplode una autobomba. 5 morti e 48 feriti.
La strage viene rivendicata dalla Falange Armata.
02 giugno a Roma, in via dei Sabini, a 100 metri da Palazzo Chigi viene scoperta una autobomba.
L'attentato viene rivendicato dalla Falange Armata.
16 settembre La Procura della Repubblica di Roma apre una inchiesta ed individua in 16 ufficiali del SISMI i telefonisti che hanno rivendicato le azioni della Falange Armata.
21 ottobre Attentato a Padova durante la notte contro il palazzo di Giustizia che viene in parte distrutto.
L'attentato viene rivendicato dalla Falange armata.
1994
15 marzo, Di Pietro stringe per la rogatoria a Hong Kong sul bottino di Craxi: la prova che Bettino gestiva il proprio, tramite Giancarlo Troielli, qualche decina di miliardi. Riecco puntuale la Falange armata: "Ammazzeremo Di Pietro".
Giugno. Di Pietro s'imbatte nelle mazzette degli industriali alla Guardia di Finanza. C'è anche la Fininvest. Nuove minacce a Di Pietro dalla Falange armata
Il 17 settembre, nuovo messaggio della Falange armata: "La vita politica e umana di Di Pietro sarà breve e verrà fermata".
1 ottobre. Ancora la Falange Armata: "Di Pietro è cotto a puntino".
Novembre"Di Pietro ha i giorni contati", annuncia la Falange armata.
Il 27 novembre la Falange armata comunica: "Di Pietro è un uomo morto

Proprio come Gladio, la sigla falange armata la troviamo, negli anni ‘90, impegnata a 360°.
Rivendica di tutto: omicidi, stragi, attentati, ecc...Pare non abbia una particolare “predilezione” né per un obiettivo, né una strategia politica. Compare qua e là…proprio come Gladio.
Visti gli obiettivi, nonché i tempi di esecuzione delle stragi e degli attentati, pare quasi che sia preposta più che altro a condizionare (sarebbe meglio dire destabilizzare) la vita politica del paese.

Ma le analogie con Gladio non finiscono qui.

Infatti, secondo quanto scritto da un ex parà della Folgore: Fabio Piselli (http://fabiopiselli.blogspot.com/2008/05/due-parole-sulla-operazione-falange.html)
La Falange armata non sarebbe una sigla terroristica , ma una:
“..operazione modello, continuata e mai inquinata, compartimentata e soprattutto posta in sonno e mai disattivata…la falange armata era formata da ex operatori della Folgore e dei servizi, reclutati dopo il loro congedo…Omicidi, rapine, attentati, sequestri, introduzione in opere militari e politiche, trafugamento di armi istituzionali, addestramento di civili in attività militari, spionaggio politico e militare, intercettazioni illecite, violazione ed utilizzazione di un segreto d'ufficio, peculato, attentanto alla democrazia ed altro ancora è ciò che l'operazione falange armata ha posto in essere fra il 1985 ed il 1994 attraverso gli operatori attivati, singolarmente o in piccole squadre...”.
Non si sa se quanto scritto da Fabio Piselli sia vero, sarà compito della magistratura accertarlo (sempre che nel frattempo, come già successo, non vengano distrutti i documenti).
Quello che è certo è che le analogie tra Gladio e la Falange Armata sono veramente tante….troppe
Ma forse qualche magistrato ha già capito e forse non è un caso che nel 1996, il procuratore capo della repubblica di Firenze Vigna, abbia affermato, con riferimento specifico alle bombe dell’estate del 1993: “Per diversi collaboratori di giustizia, Totò Riina si sarebbe incontrato con persone più importanti di lui. C’era una strategia che doveva portare a dei colpi all’assetto politico dell’epoca. Ci ha particolarmente colpito la singolarità degli obiettivi che non sono propri di cosa nostra, come le chiese ed i musei. Questo fattore ci ha stimolato ad investigare se al di fuori di Cosa nostra ci fossero stati degli input, tenendo presente che Cosa nostra è un tassello di un più ampio mosaico criminale dove possono concorrere imprenditoria criminale, politici con la “P” maiuscola, logge massoniche deviate[18]”.

Chi ha orecchie per intendere…..

16. Conclusioni.

Probabilmente è, quindi, Gladio (la Gladio militare ???) che sta dietro alla maggioranza dei fatti di sangue irrisolti della nostra Repubblica

Una struttura articolata in 40 nuclei, e strutturata a gradi, o comparti, di cui i più elevati erano sconosciuti anche alla totalità delle istituzioni, compreso – solo per fare un esempio lo stesso Capo Dello Stato.

Struttura non alle dipendenze, quindi, delle nostre istituzioni, ma direttamente della CIA, e dei vertici della P2.

Come dire: i vertici della P2 al di sopra dello stato, del governo e del parlamento, con una propria struttura militare.
E’ questo che molti chiamano l’”antistato”.
Ed è per essersi avvicinati a questa verità, consapevolmente o inconsapevolmente, che hanno perso la vita magistrati, giornalisti, uomini delle istituzioni; è grazie a questa istituzione che hanno perso le vita centinaia di comuni cittadini, vittime di un disegno sconosciuto anche alla maggioranza dei politici, mentre quei pochi che sanno la verità continuano a parlare di “terrorismo rosso”, “terrorismo nero”… ben sapendo che la realtà è un’altra.

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[1] Sergio Flamigni, Trame atlantiche, storia della loggia massonica P2, Edizioni Kaos
[2] Sergio Flamini, Convergenze parallele, Edizioni Kaos: Sentenza istruttoria del 10 ottobre 1991, pag. 5.

[3] Giuseppe De Lutiis, Perizia nei procedimenti penali del Tribunale di Bologna n° 219/A/86. Rggi e n° 1329/A/84 Rggi, consegnata il 1° luglio 1994, pag. 3.

[4] Sergio Flamini, Convergenze parallele, Edizioni Kaos: Cs, inchiesta sulle vicende connesse alla “operazione Gladio”, stenografico dell’audizione di Sergio Dini e Benedetto Roberti, pagg. 14-18. Ha dichiarato Roberti: “I 622 erano elementi che all’apparenza non potevano far sorgere dubbi sia per la loro moralità sia per la loro attività e finalità. In realtà l’organizzazione, come è stato appurato, si avvaleva dell’opera anche di elementi ad altri livelli. È soprattutto molto interessante far notare che alcuni manualetti recanti i resoconti di esercitazioni realmente svolte dall’organizzazione “Gladio” rendono chiaro che tale organizzazione, avente certe finalità istituzionali, in realtà perseguiva anche altre finalità di controllo interno del Paese, come chiaramente detto in vari documenti – basta leggerli – affinché certe forze di sinistra non raggiungessero il potere, neanche in via legale, cioè tramite libere elezioni”.

[5] Imposimato e Provvisionato, Doveva Morire, Edizioni Chiarelettere, Pg. 139
[6] wikipedia
[7] Sergio Flamini, op cit.
[8] Sergio Flamini, Convergenze parallele, Edizioni Kaos. Interrogato solo nel 1997 Marra ha negato di aver mai fatto parte delle br,
[9] Imposimato e Provvisionato, Doveva Morire, Edizioni Chiarelettere , Pg.36
[10] Imposimato e Provvisionato, Doveva Morire, Edizioni Chiarelettere, Pg. 37
[11] Sergio Flamigni, Trame atlantiche, storia della loggia massonica P2, Edizioni Kaos
[12] Imposimato e Provvisionato, Doveva Morire, Edizioni Chiarelettere, Pg. 137
[13] Imposimato e Provvisionato, Doveva Morire, Edizioni Chiarelettere, Pg. 140
[14] Imposimato e Provvisionato, Doveva Morire, Edizioni Chiarelettere, Pg. 72
[15] Imposimato e Provvisionato, Doveva Morire, Edizioni Chiarelettere, Pg. 140
[16] Sergio Flamini, Convergenze parallele, Edizioni Kaos: Morin è stato autore della perizia sull’esplosivo usato nella strage di Peteano nel 1972 (che uccise tre carabinieri), perizia tendente a dimostrare che quell’esplosivo proveniva da un deposito delle Br, poi clamorosamente smentita dal reo confesso Vincenzo Vinciguerra.

[17] Sergio Flamini, Convergenze parallele, Edizioni Kaos.
[18] Giuseppe De Lutiis, I servizi segreti in Italia, Editori Riuniti, pg. 347

venerdì 30 maggio 2008

Lo stato di tutte le libertà. Meno tutte.

31 Maggio 2008 - La Dunkin' Donuts è stata costretta, dopo le violente polemiche sollevate dai neocon, a ritirare la pubblicità di una sua bevanda nella quale Rachael Ray, una nota showgirl culinaria americana appariva con indosso il famoso copricapo palestinese. La Dunkin' Donuts si è scusata per la "gravissima" violazione della comune “political correctness” statunitense.

PrimoZanni

Silvana addio beni

30 Maggio 2008 - Silvana tradiva il marito Aldo con un giovanissimo e facoltoso amante. Il fattaccio si consumava nella casa coniugale. Per questo la Cassazione con la sentenza 14093 della II Sezione Civile ha respinto il ricorso con il quale la stessa Silvana chiedeva la nullità del verdetto della Corte d'appello di Messina del marzo 2005. Finisce quindi così una lunga storia cominciata nel 1975 con l'ex moglie che si vede "revocare per ingratitudine" tutti i beni che il marito le aveva donato, o che avevano in comproprietà. La Cassazione infatti ha dato ragione ai giudici di appello di Messina i quali hanno ritenuto che "costituiva ingiuria grave non tanto l'infedeltà coniugale quanto l'atteggiamento complessivamente adottato, menzognero e irriguardoso verso il marito, all'insaputa del quale Silvana si univa con l'amante nell'abitazione coniugale"

PrimoZanni

Dante torna a Firenze

30 Maggio 2008 - Un'importantissima notizia arriva da Firenze dove la commissione cultura di Palazzo Vecchio, su mozione presentata da Forza Italia, ha revocato formalmente il bando con cui Dante Alighieri fu esiliato 706 anni fa. In onore del ritorno del 'sommo poeta', in collaborazione di Ravenna che lo accolse, verrà organizzata un'iniziativa culturale di tutto rispetto.

PrimoZanni

Frattini: No ad Iran e Hamas

30 Maggio 2005 - Franco Frattini, Ministro degli esteri del Governo Berlusconi IV, dichiara che l'Italia non può avere tra gli interlocutori soggetti che non accettino Israele (il Sionismo).
Frattini tra l'altro è ora impegnatissimo, insieme agli U.s.a., a far entrare l'Italia nei 5+1 che hanno il compito di dettare la via occidentale alle sanzioni all'Iran.

PrimoZanni

U.S.A.: ClusterBomb? Essenziali

30 Maggio 2008 - "Sono essenziali", è questa la risposta di Tom Casey (portavoce del Dipartimento di Stato U.S.A.) in merito all'accordo internazionale siglato a Dublino per mettere al bando le bombe a grappolo. Tra gli abituali produttori o utilizzatori di quest'arma vigliacca "si ricordano" Russia, Cina ed Israele.

PrimoZanni

Gaza, soldati israeliani sparano su manifestanti palestinesi

30 Maggio 2008 - Soldati israeliani hanno sparato proiettili di gomma e lacrimogeni contro un centinaio di manifestanti palestinesi che erano scesi in strada, dopo la preghiera del venerdì, per protestare contro le disumane condizioni di prigionia a cui sono costretti. Alcuni palestinesi sono rimasti feriti.

PrimoZanni

Al Bando le ClusterBomb

30 MAG 2008 - Raggiunto, dall'assemblea dei rappresentanti di 109 paesi a Dublino, dopo un anno e cinque mesi l'accordo sulla messa al bando delle bombe a grappolo, vigliaccamente utilizzate in scenari di guerra quali Afghanistan, Cambogia, Laos, Vietnam Iraq, Libano ecc. . Il numero di bombe inesplose si aggira tra i 22 e i 132 milioni. 5.475 sono stati i morti causati da questo tipo di bombe dal 1965. Il 98% Civili.
Giuseppe Schiavello direttore della Campagna italiana la definisce una ''ampia vittoria per la societa' civile''.

PrimoZanni

mercoledì 28 maggio 2008

La situazione dei diritti umani in Italia


Interessante, se si può dire così, "La situazione dei diritti umani in Italia" tracciata dal Rapporto 2008 di Amnesty International.
La parte riguardante l'Italia è suddivisa in cinque parti:
  1. Tortura, maltrattamenti e responsabilità delle forze di polizia
  2. Erosione dei diritti umani nella "guerra al terrore": le scelte dell'Italia
  3. Rom e migranti: discriminazione, xenofobia e provvedimenti sulla "sicurezza"
  4. Diritti dei rifugiati e dei minori migranti
  5. Commercio di armi e bambini soldato
Tortura, maltrattamenti e responsabilità delle forze di polizia
Scrive su questo punto Amnesty International "Anche la XV legislatura ha lasciato immutate le lacune relative all'attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite contro la Tortura (CAT): l'Italia resta priva di uno specifico reato di tortura nel codice penale e da più parti sono state autorevolmente segnalate le ricadute di questo inadeguato quadro legale sulla possibilità che le forze di polizia rispondano effettivamente del proprio operato." e aggiunge "Il rischio di impunità è aggravato dalla mancanza di forme di identificazione dei singoli agenti di polizia durante le operazioni di ordine pubblico e dall'assenza di organismi indipendenti di monitoraggio. L'Italia non si è ancora dotata di un'istituzione nazionale di monitoraggio sui diritti umani e di un organismo indipendente di controllo sull'operato della polizia e non ha ancora ratificato il Protocollo opzionale alla CAT, il quale imporrebbe l'adozione di meccanismi di prevenzione." I punti principali che vengono affrontati su questo tema sono: il G8 2001 di Genova, Val di Susa 2005, La morte di Federico Aldrovandi, La morte di Aldo Bianzino e di Gabriele Sandri. G8 di Genova: si legge nel Rapporto "A marzo 2007, la Corte europea per i diritti umani ha dichiarato ammissibile il ricorso presentato per il caso di Carlo Giuliani, che venne colpito a morte da un carabiniere durante le manifestazioni. L'inchiesta in Italia era stata chiusa nel maggio 2003, quando il
giudice per le indagini preliminari aveva stabilito di non procedere contro il carabiniere poiché, secondo il giudice, questi aveva sparato per autodifesa e la traiettoria del proiettile era stata deviata da un calcinaccio lanciato da un manifestante. Nel processo per le violenze contro 93 manifestanti nell'irruzione alla "scuola Diaz" (complesso scolastico Diaz-Pascoli-Pertini) risultano imputati 28 agenti e funzionari di polizia, tra cui Francesco Gratteri, attuale Direttore della direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato e Giovanni Luperi, ora a capo di un dipartimento all'Aisi (ex Sisde). Durante le udienze succedutesi negli ultimi mesi sono emersi elementi scioccanti relativi alle violenze denunciate e sono stati descritti gli effetti delle stesse sulla vita delle vittime." .
Continua Amnesty "All'udienza del 13 giugno 2007, un funzionario di polizia imputato nel processo, diversamente da quanto dichiarato in precedenza, ha ammesso di aver assistito a gravi violenze perpetrate dagli agenti nel corso dell'irruzione e ha richiamato il ricordo di una ragazza con gravi lesioni alla testa, da lui vista giacere in terra in una pozza di sangue. Il 6 luglio 2007 sono state depositate le registrazioni delle comunicazioni telefoniche tra gli agenti di polizia impegnati nelle operazioni e la centrale operativa del 113. In una di queste, riportata dai media, si sente un'agente di polizia dire: "Ero a caricare le zecche (...) speriamo che muoiano tutti (...) tanto uno è già...1-0 per noi". Altre conversazioni telefoniche fanno riferimento ai feriti durante l'irruzione alla scuola Diaz.". Altro punto fondamentale osservato dal rapporto è quello delle "irregolarità nella conservazione di prove chiave per l'accertamento di responsabilità delle forze di polizia. - Infatti continua - All'udienza del 17 gennaio 2007 si è infatti appreso che le bottiglie molotov, portate secondo l'accusa alla scuola Diaz dalla polizia per giustificare gli arresti, erano sparite mentre si trovavano sotto sequestro; alcuni giorni dopo la questura di Genova ha dichiarato che potrebbero essere state distrutte "per errore". Sono inoltre emersi indizi che hanno condotto, nel marzo 2008, alla richiesta di rinvio a giudizio per incitamento alla falsa testimonianza di Gianni De Gennaro, Capo della polizia all'epoca dei fatti. L'udienza preliminare nel corso della quale si deciderà sul rinvio a giudizio inizierà il 16 giugno. Gianni De Gennaro è stato Capo di Gabinetto del ministro dell'Interno Amato ed è stato recentemente nominato Direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (ufficio di coordinamento dei servizi di intelligence).".
Per quanto riguarda il carcere di Bolzanetto si lege "sono imputati 45 tra agenti e funzionari di polizia (incluso l'allora vice Questore di Genova Alessandro Perugini), agenti e funzionari di polizia penitenziaria e medici, per violenze nei confronti degli oltre 250 manifestanti transitati dal carcere in stato d'arresto o di fermo. A marzo 2008 i pubblici ministeri hanno presentato le proprie richieste al giudice, con una significativa requisitoria. Secondo i pubblici ministeri, il trattamento delle persone a Bolzaneto è stato "di oggettiva vessazione nei confronti di tutti i detenuti e per tutto il periodo della loro permanenza presso il sito" e ha violato il divieto di tortura e maltrattamenti previsto dalla Convenzione europea dei diritti umani. Oltre alle violenze fisiche, i pubblici ministeri hanno ritenuto offensive della dignità "le costrizioni ad ascoltare o pronunciare o gridare slogan, inni o motivi inneggianti al nazismo ed al fascismo in particolare". Le memorie dei pubblici ministeri hanno segnalato che, in mancanza di un reato specifico nell'ordinamento penale, è difficile ricondurre i fatti che costituirebbero tortura nelle fattispecie ordinarie. I reati contestati agli imputati sono: abuso di autorità contro arrestati o detenuti, abuso d'ufficio, ingiuria, violenza privata, minacce, percosse e lesioni personali (e omissione di referto per i medici). I pubblici ministeri hanno sottolineato l'assoluta necessità di introdurre il reato di tortura nell'ordinamento italiano."
Con evidente sconcerto si legge nel rapporto "nessuno dei funzionari e agenti imputati nei processi è stato sospeso dal servizio. Diversi di loro sono stati, di fatto, promossi. I reati con cui sono perseguiti gli agenti di polizia sono soggetti a prescrizione e lo scorrere del tempo porta con sé il forte rischio che i processi si chiudano senza che nessuno venga ritenuto penalmente colpevole, né di fatto punito, per gli atti commessi nel luglio 2001."
Val di Susa 2005:
si legge "Ad agosto 2007 il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Torino ha rigettato la richiesta del pubblico ministero di archiviare il procedimento aperto dalle denunce presentate da 20 persone, relative ad atti di violenza da parte delle forze di polizia intervenute in Val di Susa nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2005. In quell'occasione, alcune centinaia di agenti di polizia intervennero per far sgomberare circa 100 persone che manifestavano contro la costruzione di un collegamento ferroviario ad alta velocità. Secondo quanto riferito, i dimostranti furono aggrediti e picchiati, alcuni di essi durante il sonno. Il pubblico ministero aveva chiuso le indagini chiedendo l'archiviazione sulla base dell'affermazione che gli agenti accusati non potessero essere identificati, mentre il giudice ha chiesto un supplemento di indagine."
La morte di Federico Aldrovandi:
"Il 19 ottobre 2007 ha avuto inizio il processo contro quattro agenti di polizia accusati dell'omicidio colposo di Federico Aldrovandi, morto a Ferrara il 25 settembre 2005 dopo essere stato fermato dai quattro agenti. Durante le indagini preliminari, erano spariti e quindi riapparsi campioni di sangue raccolti sul luogo in cui Federico Aldrovandi era morto, mentre sono apparse alterate le registrazioni di telefonate ai servizi di emergenza effettuate la notte del decesso."
La morte di Aldo Bianzino e di Gabriele Sandri:
"Il 14 ottobre 2007 Aldo Bianzino, un falegname di 44 anni, è morto nel carcere di Capanne a Perugia, dove era stato condotto in stato d'arresto due giorni prima assieme alla sua compagna. La morte è avvenuta in circostanze oggetto di inchieste giudiziarie. Nel febbraio 2008 il pubblico ministero ha chiesto l'archiviazione del caso, sulla quale si attende il pronunciamento del giudice." e "Il 10 novembre 2007 Gabriele Sandri, un ragazzo di 26 anni, è stato ucciso da un colpo d'arma da fuoco esploso da un agente della polizia stradale, mentre si trovava in uscita da un autogrill in auto con alcuni amici, assieme i quali era diretto a Milano per seguire la partita della sua squadra in trasferta. Sul caso sono in corso indagini da parte della magistratura."

Tutto questo per quanto riguarda solamente la prima parte del rapporto sull'Italia.

Erosione dei diritti umani nella "guerra al terrore": le scelte dell'Italia

Si legge in questa seconda parte "Nel corso del 2007 e della prima metà del 2008 le scelte dell'Italia circa il rispetto dei diritti umani nell'ambito della lotta al terrorismo si sono mosse lungo linee analoghe a quelle percorse negli anni precedenti. La politica del sospetto applicata alle espulsioni e una tenace riluttanza a fare chiarezza sugli abusi commessi in nome della "guerra al terrore" hanno caratterizzato l'approccio delle autorità di governo. In quest'ambito, l'Italia ha anche contribuito a mettere a rischio la tenuta del principio internazionale che impone il divieto assoluto di tortura."

I punti fondamentali di questa seconda parte sono i tre casi di Redention (trasferimenti illegali di persone da un paese all'altro, generalmente culminanti in arresti arbitrari, sparizioni, detenzione senza processo e tortura) dei quali l'Italia è ritenuta in buona parte responsabile dagli organismi internazionali . I tre casi sono quelli di
Abu Omar, Maher Arar, Abou El Kassim Britel.

A proposito di queste tre vicende si legge
"L'8 giugno 2007 si è aperto il processo penale, ma dopo pochi giorni il giudice ha deciso di sospenderlo in attesa della decisione della Corte costituzionale, così accogliendo una richiesta presentata da Pollari e dagli altri imputati. La sospensione, non obbligatoria, è stata motivata con ragioni di economia processuale, in considerazione della potenziale inutilizzabilità di alcune prove a seguito del giudizio costituzionale. La Corte costituzionale ha dichiarato ammissibili i ricorsi e ha fissato un'udienza per gennaio 2008, poi rinviata all'ultimo momento apparentemente in vista di una possibile "risoluzione concordata del conflitto" tra Governo e Procura, sinora non realizzatasi. In seguito, l'udienza di discussione dei tre citati ricorsi innanzi alla Corte Costituzionale è stata fissata per l'8 luglio 2008. Il 19 marzo 2008 il giudice di Milano ha deciso che il processo per il rapimento di Abu Omar dovesse ripartire. Il riavvio del processo agli agenti statunitensi e italiani accusati di coinvolgimento in questo paradigmatico caso di rendition rappresenta un importante passo in avanti per l'accertamento della verità e delle responsabilità. Il 13 maggio 2008 si è tenuta un'udienza nel corso della quale è stata ascoltata la moglie di Abu Omar, Nabila Ghali e il giudice ha ammesso a testimoniare Romano Prodi e Silvio Berlusconi. La prossima udienza è prevista per il 28 maggio. Gli imputati statunitensi sono tutti contumaci e il ministro della Giustizia durante la XV Legislatura, Clemente Mastella, non ha mai risposto alla richiesta della Procura di Milano di inoltrare al Governo Usa le richieste di estradizione dei 26 agenti, nonostante sollecitazioni giuntegli in tal senso dal Parlamento europeo, dal Consiglio d'Europa e da AI, organizzazione i cui rappresentanti il ministro non ha voluto incontrare. Con la citata risoluzione del 14 febbraio 2007, il Parlamento europeo ha deplorato "il fatto che il generale Nicolò Pollari, già direttore del Sismi, abbia nascosto la verità" alla Commissione e si è rammaricato che il rapimento di Abu Omar abbia messo a rischio le indagini sulla rete terroristica a cui Abu Omar era collegato. Dal canto suo, l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (Pace) ha criticato la scelta del governo Italiano di ostacolare la ricerca della verità sul caso di Abu Omar attraverso l'invocazione del segreto di stato e ha stigmatizzato la scelta dell'Italia di preservare "ad ogni costo" le relazioni con gli Usa. Il Parlamento europeo ha inoltre deplorato il coinvolgimento dell'Italia nella rendition di Maher Arar, cittadino canadese di origini siriane condotto in Siria con un volo della Cia per la Giordania, che fece scalo a Ciampino l'8 ottobre del 2002. In Siria Maher Arar è stato detenuto per un anno e ripetutamente torturato; diverso tempo dopo la liberazione e il ritorno in Canada ha ottenuto le scuse e un risarcimento dal suo governo per quanto accadutogli. Da informazioni pubblicamente disponibili, sul caso risulta essere in corso un'indagine della procura di Roma. Oggetto dell'indagine del Parlamento europeo anche il caso di Abou El Kassim Britel, cittadino italiano arrestato in Pakistan nel marzo 2002 dalla polizia pakistana, interrogato da agenti statunitensi e pakistani e successivamente consegnato alle autorità marocchine. Secondo la documentazione trasmessa alla Commissione dall'avvocato di Britel, dopo l'arresto il ministero dell'Interno italiano era stato in "costante cooperazione" con i servizi segreti stranieri. Abou El Kassim Britel è tuttora detenuto in Marocco. Le indagini della magistratura italiana nei suoi confronti si sono chiuse senza alcuna incriminazione."

Rom e migranti: discriminazione, xenofobia e provvedimenti sulla "sicurezza"

In questo pararafo del Rapporto di Amnesty si condannano senza mezzi termini le reazioni xenofobe e discrimnatorie - come le definisce la stessa organizzazione - nei confronti dei Rom. Dice Amnesty "Il 31 ottobre 2007 è stata aggredita e uccisa a Roma una donna di 47 anni, Giovanna Reggiani; dell'omicidio è accusato un cittadino rumeno, da alcuni ritenuto appartenere alla minoranza rom. All'episodio sono subito seguite dichiarazioni di esponenti politici locali e nazionali che alludevano a responsabilità collettive di minoranze e gruppi di migranti. [...] Nelle ore immediatamente successive al crimine, gli organi di informazione hanno riportato le dichiarazioni del segretario del Partito Democratico e allora sindaco di Roma Walter Veltroni, secondo le quali "prima dell'ingresso della Romania nell'Unione europea, Roma era la metropoli più sicura del mondo", e ancora: "Se si sta in Europa bisogna starci a certe regole: la prima non può essere quella di aprire i boccaporti e mandare migliaia di persone da un Paese europeo all'altro". [...] In un'intervista rilasciata il 4 novembre successivo l'on. Gianfranco Fini, presidente di Alleanza Nazionale, ha dichiarato: "C'è chi non accetta di integrarsi, perché non accetta i valori e i principi della società in cui risiede" e ha così risposto alla giornalista che gli chiedeva se si stesse riferendo ai rom: "Sì, mi chiedo come sia possibile integrare chi considera pressoché lecito e non immorale il furto, il non lavorare perché devono essere le donne a farlo magari prostituendosi, e non si fa scrupolo di rapire bambini o di generare figli per destinarli all'accattonaggio. Parlare di integrazione per chi ha una 'cultura' di questo tipo non ha senso". Negli stessi giorni sono state riportate queste dichiarazioni del prefetto di Roma Carlo Mosca: "Firmerò subito i primi decreti di espulsione. La linea dura è necessaria perché di fronte a delle bestie non si può che rispondere con la massima severità". [...] Nel dicembre 2007 gli organi di stampa hanno riportato le affermazioni di un consigliere comunale del Comune di Treviso che invocava "metodi da SS per gli immigrati che recano disturbo", mentre più di recente un deputato della Lega Nord ha affermato: "Storicamente contro le invasioni ogni Stato ha sempre utilizzato il proprio esercito per difendersi. Oggi la storia si ripete: siamo sotto un diverso tipo di invasione, attuata con metodi diversi, ma per gli stessi motivi, ovvero soggiogarci a leggi altrui o depredare i nostri beni". [...] Nel corso del 2007 e sino al maggio 2008 si sono verificati attacchi violenti ad accampamenti rom in diverse città, tra cui Appignano - Ascoli Piceno (aprile 2007), Roma (settembre 2007), Torino (ottobre 2007) e Ponticelli - Napoli (maggio 2008). Sono state anche segnalate dagli organi di informazione diverse aggressioni ai danni di immigrati romeni e di altre nazionalità, tra cui i recentissimi episodi che hanno colpito a Roma, nel quartiere Pigneto, cittadini del Bangladesh. [...] A marzo 2008, il Comitato delle Nazioni Unte per l'eliminazione della discriminazione razziale (CERD/C/ITA/CO/15) ha espresso preoccupazione per le condizioni di "segregazione di fatto" in cui si trovano i rom in Italia, privi di accesso ai servizi essenziali, e per i discorsi di odio dei politici. Il Comitato ha evidenziato gli stereotipi riguardanti i rom diffusi nell'opinione pubblica e presso i Comuni, i quali danno origine a ordinanze discriminatorie. Preoccupazione è stata espressa anche rispetto alla situazione dei migranti irregolari.[...] Il 16 maggio 2008, a seguito dei citati attacchi incendiari avvenuti a Ponticelli, l'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell'Osce ha espresso preoccupazione per l'aumento della retorica anti-rom e anti-immigrati verificatasi negli ultimi mesi e ha ricordato che la ricorrente stigmatizzazione di questi gruppi aumenta le probabilità che si verifichino violenze. [...] Il 20 maggio 2008 la European Roma Policy Coalition, di cui AI fa parte, ha chiesto con urgenza alle autorità italiane di agire contro l'uso di dichiarazioni anti-rom da parte media e dei politici italiani e ha affermato che l'Italia ha alimentato il razzismo attraverso la retorica anti-rom."

Per quanto riguarda i "provvedimenti sulla sicurezza" oltre a trattare nuovamente la Bossi-Fini e la sua mancata modifica da parte del Govero Prodi, Amnesty International si sofferma sugli ultimi avvenimenti e scrive "
Nel corso del primo consiglio dei Ministri del 21 maggio 2008 il governo Berlusconi in carica ha approvato un insieme di modifiche e proposte normative, anch'esse nominalmente riferite alla "sicurezza", che prevedono pesanti restrizioni e nuove figure di reato le quali colpiscono soprattutto gli immigrati, direttamente o indirettamente. Il giorno stesso il ministro dell'interno Maroni ha così potuto annunciare l'introduzione del "reato di immigrazione clandestina, con una procedura rapida di giudizio e di espulsione (...) e il trattenimento nei CPT fino a 18 mesi, anticipando una direttiva europea" attualmente in discussione. Le nuove misure sono state accompagnate da diverse dichiarazioni in linea con la tendenza segnalata a stigmatizzare interi gruppi di persone, in particolare i rom e i migranti irregolari; il leader dell'opposizione Walter Veltroni ha dichiarato che queste misure in larga parte coincidono con quelle pianificate dalla precedente maggioranza di governo. Il cosiddetto "pacchetto sicurezza" più precisamente include:
  • un decreto legge che punisce con la reclusione e la confisca del bene chi affitta un immobile a un immigrato irregolare, attribuisce più ampi poteri ai sindaci in materia di "ordine e sicurezza pubblica" e rende una circostanza aggravante di qualsiasi reato quella di essere stato commesso da un immigrato irregolare;
  • un disegno di legge che propone di considerare reato l'ingresso e il soggiorno irregolare in Italia e intende portare a 18 mesi il tempo massimo della detenzione nei centri a scopo di espulsione (ora di 60 giorni);
  • una bozza di decreto legislativo che prevede la cancellazione dell'effetto sospensivo dell'espulsione, recentemente attribuito al ricorso contro lo status di rifugiato ; altre due bozze di decreti legislativi che inaspriscono le norme relative ai ricongiungimenti familiari e al soggiorno dei cittadini Ue.

Hanno espresso allarme per la riforma normativa molte organizzazioni non governative italiane e internazionali e lo stesso Unhcr, il quale ha sottolineato come i richiedenti asilo, spesso costretti dalla mancanza di alternative a fare ingresso irregolarmente nei paesi dove cercano protezione, potrebbero venire accusati di aver commesso un reato. AI è estremamente allarmata per il contenuto di queste misure, per le modalità affrettate e propagandistiche della loro emanazione e per il clima di discriminazione che le ha precedute e che le accompagna. L'incriminazione dei richiedenti asilo per ingresso irregolare è peraltro espressamente escluso dalla Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati."


Diritti dei rifugiati e dei minori migranti


Si legge nei paragrafi "Miglioramenti legislativi e rischiosi passi indietro" e "La collaborazione tra Italia e Libia in materia di contrasto all'immigrazione": "Alcuni miglioramenti sono stati introdotti nel 2007 nella normativa e nella prassi in materia di asilo e rispetto ai minori migranti giunti alla frontiera. Essi tuttavia vengono ora messi a rischio dalle proposte di riforma incluse nel citato "pacchetto sicurezza", che intervengono in un quadro ancora privo di una legge organica sull'asilo. A seguito della chiusura della propria campagna Invisibili a giugno del 2007, che ha raccolto 50.000 firme e si è articolata in oltre 200 iniziative nel corso di 16 mesi, AI ha segnalato i miglioramenti intervenuti relativamente ai minori giunti in Italia via mare. Tra essi la drastica riduzione dei tempi di detenzione dei minori non accompagnati all'arrivo, l'emanazione di regole di identificazione che ancorano l'identificazione al principio di presunzione della minore età in caso di dubbio e la pubblicazione dei dati relativi agli arrivi dei minori via mare, i quali hanno mostrato la loro forte presenza all'interno di quelli che, con gergo militaresco, vengono definiti "sbarchi" di immigrati. Nel 2007 i minori hanno rappresentato oltre il 10,5 % degli arrivi via mare. Agli inizi del 2008, la materia dell'asilo è stata profondamente modificata con l'entrata in vigore di due decreti legislativi emanati dal Governo a novembre 2007, in attuazione di altrettante direttive Ue. [...] È proseguita la collaborazione con la Libia in materia di contrasto all'immigrazione irregolare sulla base di accordi segreti e senza che alcuna condizione venisse posta dall'Italia in materia di rispetto dei diritti umani. La Libia non ha ratificato la Convenzione sullo status di rifugiato, non ha una procedura di asilo e si macchia ogni anno di gravi violazioni dei diritti dei rifugiati e dei migranti, tra cui la detenzione arbitraria e le violenze contro i migranti detenuti, comprese le donne. Gli intensi rapporti diplomatici tra i due paesi hanno condotto il 29 dicembre 2007 a un accordo bilaterale che prevede il pattugliamento marittimo congiunto attraverso un nucleo operativo italo-libico a comando libico, per mezzo di sei navi della Guardia di Finanza fornite dall'Italia, senza che venga chiarito cosa debba accadere alle persone, migranti e rifugiati, respinte in mare dalle unità navali. L'Italia ha ultimato e consegnato al governo libico una struttura a Gharyan destinata, secondo quanto dichiarato dal ministero dell'Interno nel luglio 2007, "a scuola per l'addestramento e la formazione degli allievi agenti della polizia libica, nell'ambito dei rapporti di collaborazione delle forze di polizia", mentre non si hanno notizie precise circa il centro previsto a Kufra e definito dallo stesso ministero dell'Interno un "centro sanitario di frontiera". La lettera con cui AI chiedeva all'allora ministro Amato chiarimenti circa un'operazione realizzata in Libia con la collaborazione di personale italiano di pubblica sicurezza nei confronti di 190 migranti sudanesi, eritrei, etiopi e di altre nazionalità, tra cu 17 donne e 3 bambini, è rimasta senza risposta. Con il decreto legge di rifinanziamento delle missioni italiane all'estero, il governo Prodi ha destinato alla collaborazione con la Libia oltre 6 milioni e 200 mila di euro. Il decreto è stato convertito in legge dal Parlamento il 13 marzo 2008."


Commercio di armi e bambini soldato


Nell'ultimo punto "Commercio di armi e bambini soldato" scrive Amnesty "Sussiste una preoccupante disomogeneità delle norme che regolano le esportazioni di armi da guerra e delle piccole armi ad uso civile. [...] È quindi ammesso e possibile che l'Italia venda armi leggere a soggetti privati o a governi di paesi in cui persone con meno di 18 anni partecipano alle ostilità come parte di eserciti o di gruppi armati. Nel gennaio 2008, il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha reso pubblico il Rapporto Annuale 2007, destinato all'attenzione del Consiglio di Sicurezza, in cui si conferma il reclutamento e l'utilizzo di bambini soldato in diversi paesi già segnalati nel 2006, tra cui: Burundi, Ciad, Colombia, Repubblica Democratica del Congo, Nepal, Filippine, Uganda e Afghanistan.
Da un'analisi dei dati disponibili si rileva che, tra il 2002 e il 2007, l'Italia ha autorizzato l'esportazione di armi leggere e di piccolo calibro verso soggetti privati o statali delle Filippine per € 7.169.863, in Afghanistan per € 3.189.346, e in Colombia per € 1.027.196, nonché verso soggetti privati o statali, nella Repubblica Democratica del Congo per € 179.582, in Nepal per € 18.321, in Uganda per € 10.088, in Burundi per € 9.017, e in Ciad per € 1.756. Inoltre, nonostante gli elevati standard sui diritti umani contemplati dalla Legge 185/1990, non sempre le autorizzazioni all'esportazione di armi hanno effettivamente evitato che queste finissero a governi di paesi in cui i bambini vengono utilizzati come soldati. L'Italia, tra il 2002 e il 2006, ha infatti venduto armi alle forze armate delle Filippine per 1,6 milioni di euro e della Colombia per 2,3 milioni di euro. Tutto ciò avviene in aperto e palese contrasto con gli impegni assunti a livello internazionale: in particolare, in occasione della candidatura italiana a componente del nuovo Consiglio delle Nazioni Unite sui diritti umani per il triennio 2007-2010, il governo italiano si è impegnato a tutelare i diritti dell'infanzia, specialmente dei minori coinvolti nei conflitti armati e a settembre 2007 il ministero degli Affari esteri ha presentato uno speciale "Minori soldato una sfida ancora aperta" in cui si evidenziava il ruolo dell'Italia nel contrastare l'utilizzo dei bambini soldato."

articolo precedente: Amnesty International: Imtroduzione Rapporto annuale 2008.
articolo precedente: Amnesty International: Rapporto Annuale 2008, fatti e cifre.

PrimoZanni

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