PriZaTv

Ultimi Omicidi in Italia - Delittiimperfetti.com

Notizie dall'Italia - ansa.it

Notizie dal Mondo - ansa.it

Voglioscendere - Il Blog di Marco Travaglio

Antonio Di Pietro - Il Blog

Dal Medioriente - effedieffe.com

mercoledì 28 maggio 2008

Amnesty International: Introduzione Rapporto annuale 2008.


"Libertà dalla paura e dal bisogno". Parole già dette. Parole già sentite.
Ed è proprio della mancanza di queste che Amnesty International, Ong lanciata nel 1961 da Peter Benenson con un articolo intitolato "I prigionieri dimenticati" dalle colonne del quotidiano di Londra "The Observer", parla nel suo rapporto annuale. Il presente (rapporto) si legge nella presentazione "è dedicato a tutte le donne e a tutti gli uomini che con coraggio continuano a porsi in prima linea a difesa dei diritti umani." ed inoltre "documenta lo stato dei diritti umani in 150 Paesi e Territori, rivelando un mondo lacerato da disuguaglianze, sfregiato da discriminazioni e stravolto da repressioni politiche.".

"I leader mondiali devono porgere le proprie scuse per non aver realizzato la promessa di giustizia e uguaglianza contenuta nella Dichiarazione universale dei diritti umani (Dudu). Negli ultimi sei decenni molti governi hanno mostrato di privilegiare l'abuso di potere e interessi egoistici piuttosto che il rispetto dei diritti dei popoli che rappresentano." si apre così invece, l'introduzione al rapporto 2008, con un'accesa critica a tutti i leader mondiali per l'inosservanza dei diritto umani, ma in particolare al governo U.S.A. che "ha proseguito nel tentativo di indebolire il divieto assoluto della tortura e degli altri maltrattamenti. Suoi autorevoli esponenti hanno evitato di denunciare la famigerata pratica del waterboarding. Il presidente Bush ha autorizzato la Cia a ricorrere ancora alla detenzione e agli interrogatori segreti, sebbene ciò si configuri come crimine internazionale di sparizione forzata. Centinaia di prigionieri a Guantánamo e Bagram, e migliaia in Iraq, sono rimasti per un altro anno (in molti casi, per il sesto anno consecutivo) in stato di detenzione senza accusa né processo. Il governo Usa non ha fatto sì che le sue forze presenti in Iraq fossero pienamente chiamate a rispondere del proprio operato. L'ordine emesso dall'Autorità provvisoria della coalizione nel giugno 2004, che garantisce l'immunità dai procedimenti giudiziari locali alle compagnie private straniere che svolgono attività militari e di sicurezza, costituisce da questo punto di vista un ulteriore ostacolo. Grande impressione ha destato, nel settembre 2007, l'uccisione di almeno 17 civili iracheni ad opera di personale assunto dalla compagnia privata di sicurezza Blackwater. Queste azioni non hanno apportato alcun beneficio alla lotta contro il terrorismo, al contrario hanno recato grave danno al prestigio e all'influenza internazionale degli Usa." e ancora "Perché gli Usa abbiano l'autorevolezza morale di proclamarsi campioni dei diritti umani, la prossima amministrazione dovrà: chiudere Guantánamo; processare i detenuti in tribunali ordinari federali oppure rilasciarli; annullare l'Atto sulle commissioni militari e garantire il rispetto del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale dei diritti umani in tutte le operazioni militari e di sicurezza; rinunciare a usare prove estorte con metodi coercitivi e denunciare ogni forma di tortura o maltrattamento".

Nell'introduzione Amnesty International critica aspramente anche l'Unione Europea rea di "una certa inclinazione per i doppi standard". Si legge "professa di essere un'unione di valori, unita dal rispetto per lo stato di diritto, basata su standard comuni e sul consenso, impegnata per la tolleranza, la democrazia e i diritti umani. Eppure, nel 2007, sono emerse nuove prove che vari Stati membri dell'Ue si sono voltati dall'altra parte o hanno colluso con la Cia nel sequestro, nella detenzione segreta e nel trasferimento illegale di prigionieri verso paesi in cui sono stati sottoposti a torture o ad altri maltrattamenti. Nonostante i ripetuti richiami del Consiglio d'Europa, nessun governo ha indagato a fondo o ha posto in essere misure adeguate per prevenire l'ulteriore uso del territorio europeo per rendition e detenzioni segrete. Al contrario, alcuni governi europei hanno cercato di annacquare la sentenza del 1996 della Corte europea dei diritti umani che proibisce il rinvio di persone sospette verso paesi dove potrebbero rischiare la tortura.". Inoltre dice Amnesty "Mentre l'Ue stabilisce standard assai stringenti sui diritti umani per i paesi candidati all'ingresso, peraltro giustamente, una volta che questi entrano a farne parte, possono tranquillamente violarli. Possono l'Ue o i suoi Stati membri chiedere il rispetto dei diritti umani alla Cina o alla Russia quando loro stessi si rendono complici di atti di tortura? Può l'Ue chiedere ad altri paesi, assai più poveri, di tenere aperte le proprie frontiere quando i suoi Stati membri limitano i diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo? Può l'Ue predicare la tolleranza all'estero quando non affronta la discriminazione nei confronti dei rom, dei musulmani e di altre minoranze che vivono all'interno dei suoi confini?".

Attacchi pesanti da parte di Amnesty International, nell'introduzione al suo rapporto, anche per Cina e Russia. Della prima si legge nel paragrado - Potenze Emergenti - "La Cina giustifica da tempo il suo sostegno a governi che violano i diritti umani, come quelli di Myanmar, Sudan e Zimbabwe, affermando che i diritti umani sono una questione interna su cui gli Stati sono sovrani e non di politica estera: parole che fanno il gioco degli interessi economici e politici cinesi. ... Negli ultimi quattro anni è stata il principale fornitore di armi al Sudan; nel gennaio 2007 ha posto il veto a una risoluzione di condanna del Consiglio di sicurezza nei confronti delle violazioni dei diritti umani in Myanmar e deve ancora dare seguito alla promessa di migliorare la situazione dei diritti umani in vista delle Olimpiadi di Pechino. Alcune riforme nell'applicazione della pena di morte e l'attenuazione delle restrizioni al lavoro dei giornalisti stranieri sono state sopraffatte dalla repressione nei confronti degli attivisti per i diritti umani e della stampa locale e dall'aumento del ricorso alla "rieducazione attraverso il lavoro", una forma di detenzione senza accusa né processo utilizzata in questo periodo per "ripulire" Pechino prima dei Giochi. La preparazione dei Giochi olimpici ha prodotto meno passi avanti e più divisione sul tema dei diritti umani in Cina.", si afferma però anche che "la posizione della Cina non è immutabile né impermeabile. Nel 2007, Pechino ha votato a favore del dispiegamento della forza ibrida di peacekeeping in Darfur, ha fatto pressioni su Myanmar perché accettasse la visita dell'Inviato speciale dell'Onu e ha ridotto il suo appoggio al presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe. ... Forse anche la Cina inizierà a riconoscere che sostenere regimi instabili, con un deficit di rispetto dei diritti umani, non ha senso da un punto di vista economico: se Pechino vuole proteggere i suoi investimenti e i suoi cittadini all'estero, deve sostenere valori globali in grado di creare una stabilità politica di lungo periodo."
Per quanto riguarda la Russia invece si dice "come si comporta la Russia in materia di diritti umani? Una Russia in un periodo di grande autostima, inondata dai proventi del petrolio, ha represso il dissenso politico, fatto pressione sui giornalisti indipendenti e introdotto leggi per imbrigliare le Organizzazioni non governative. Nel 2007 manifestazioni pacifiche sono state disperse con la forza e avvocati, difensori dei diritti umani e giornalisti sono stati aggrediti e minacciati. Il sistema giudiziario è rimasto vulnerabile alle pressioni dell'esecutivo. Una profonda corruzione ha ridimensionato lo stato di diritto e la fiducia pubblica nel sistema legale. L'impunità è stata dominante in Cecenia, spingendo alcune vittime a cercare giustizia a Strasburgo, presso la Corte europea dei diritti umani."

Nell'introduzione si parla anche dell'India e le si riconosce di essere una "Democrazia liberale consolidata con una forte tradizione legale di diritti umani e d'indipendenza del potere giudiziario, l'India - si legge inoltre - ha le caratteristiche per essere una potenza modello. Ha giocato un ruolo positivo nel Consiglio Onu dei diritti umani. Le è riconosciuto il merito di aver portato al tavolo delle trattative i partiti politici e i ribelli maoisti del Nepal e di aver posto fine a un lungo conflitto armato che ha causato gravi violazioni dei diritti umani." ma contemporaneamente le si critica di proseguire "i negoziati sull'estrazione del petrolio con la giunta di Myanmar, proprio mentre questa reprimeva violentemente le manifestazioni pacifiche dei monaci e di altri settori della popolazione. A Nandigram, nel Bengala occidentale, gli agricoltori che protestavano contro l'istituzione di una Zona economica speciale per l'industria sono stati attaccati, feriti e uccisi grazie alla complicità della polizia.".

Ma si parla anche di Sudafrica "Il ruolo giocato dal Sudafrica nel Nepad (il Nuovo partenariato per lo sviluppo dell'Africa), che dà grande rilevanza al buon governo, aveva fatto nascere la speranza che i leader africani avrebbero assunto la responsabilità di risolvere i problemi africani, compresi quelli relativi ai diritti umani. Ma il governo sudafricano è stato riluttante a criticare le violazioni dei diritti umani nello Zimbabwe. I diritti umani si applicano a tutti, senza distinzione, e probabilmente nessuno meglio del popolo sudafricano lo sa. Pochi altri paesi hanno una responsabilità morale maggiore del Sudafrica di promuovere questi valori universali ovunque siano violati." di Brasile e Messico "paesi come Brasile e Messico sono stati attivi nella promozione dei diritti umani a livello internazionale e nel sostegno ai meccanismi dell'Onu sui diritti umani. Ma se non verrà colmato il divario tra ciò che fanno a livello globale e come si comportano in casa, la loro reputazione come campioni dei diritti umani sarà a rischio." e della questione australiana "Un grande esempio di coraggiosa leadership, nonostante l'opposizione di Stati estremamente potenti, è stata l'adozione, da parte dell'Assemblea generale, della Dichiarazione sui diritti dei popoli indigeni, approvata lo scorso settembre con 143 voti a favore al termine di un dibattito durato vent'anni. Due mesi dopo che l'Australia aveva votato contro, il nuovo governo del primo ministro Kevin Rudd ha presentato le scuse ufficiali per le leggi e le politiche di numerosi governi precedenti che hanno "inflitto profondo dolore, sofferenza e perdita" alle popolazioni aborigene.".

Nell'ultimo punto dell'introduzione "Forgiare una nuova unità d'intenti" Amnesty scrive "Conflitti complessi - molto visibili in Medio Oriente, in Afghanistan e in Iraq, dimenticati in luoghi come Sri Lanka e Somalia, solo per citare due casi - hanno un costo elevatissimo in termini di vite umane. I leader mondiali si muovono a tentoni nello sforzo di trovare una soluzione in Iraq e in Afghanistan o non mostrano affatto la volontà politica di cercarla, come nel caso della situazione in Israele e nei Territori occupati palestinesi, il cui conflitto è addirittura più vecchio della stessa Dudu ed è uno di quelli in cui è emerso con tutta evidenza il fallimento della leadership collettiva internazionale (sotto forma del Quartetto composto da Usa, Ue, Russia e Onu) nel contrastare l'impunità e l'ingiustizia. ... A fronte dell'abbondante retorica sullo sradicamento della povertà, manca un'adeguata volontà politica di agire. Almeno due miliardi di appartenenti alla nostra comunità umana continuano a vivere in povertà, lottando per avere acqua potabile, cibo e un'abitazione adeguata. I cambiamenti climatici riguarderanno tutti noi, ma saranno i più poveri a subire le conseguenze peggiori poiché perderanno le proprie terre, le proprie risorse alimentari e i propri beni. ... E dov'è finita la leadership necessaria per sradicare la violenza di genere? Le donne e le bambine sono colpite da alti livelli di violenza sessuale in quasi ogni parte del mondo. Nel Darfur martoriato dalla guerra, continuano gli stupri nella totale impunità. Negli Usa molte sopravvissute allo stupro, appartenenti alle comunità nativoamericane povere ed emarginate, non riescono a ottenere giustizia e protezione efficace da parte delle autorità federali e tribali. I leader del mondo devono impegnarsi maggiormente per trasformare in realtà i diritti umani delle donne e delle bambine." L'introduzione al rapporto 2008 si chiude così "Instancabile, indignata e disincantata, la gente non rimarrà in silenzio se non verrà colmato il divario tra la sua richiesta di uguaglianza e libertà e il rifiuto che arriva dai governi. Il malcontento popolare in Bangladesh a seguito dell'aumento del prezzo del riso, i disordini in Egitto dopo l'aumento del prezzo del pane, la violenza post-elettorale in Kenya e le proteste contro gli sfratti e i problemi ambientali in Cina non sono solo esempi dell'impegno e dell'attenzione sui temi economici e sociali, ma anche il segno di una caldaia in ebollizione, di una protesta popolare contro il tradimento dei governi che non hanno portato giustizia e uguaglianza. A un livello inimmaginabile nel 1948, oggi c'è un movimento globale di cittadine e cittadini che chiede ai propri leader di impegnarsi nuovamente per sostenere e promuovere i diritti umani. Gli avvocati pakistani con le toghe nere, i monaci birmani con le tonache color zafferano, i 43,7 milioni di persone che si sono alzate in piedi il 17 ottobre 2007 per chiedere un'azione contro la povertà, sono tutti vibranti segnali di una cittadinanza globale che si batte per i diritti umani e chiede ai propri leader di rendere conto del proprio operato. In un villaggio del Bangladesh settentrionale, un gruppo di donne siede su stuoie di bambù in un angolo polveroso. Le donne stanno seguendo un programma di formazione sui temi della legalità. Molte di loro riescono a malapena a leggere e a scrivere. Ascoltano attentamente l'inseguante che, mediante poster e disegni, spiega che la legge vieta le spose bambine e prevede il consenso della donna al matrimonio. Le donne hanno appena ricevuto un prestito tramite il sistema del microcredito, gestito dal Comitato per il progresso rurale del Bangladesh, una grande Ong. Una donna ha comprato una mucca e spera di ottenere un reddito maggiore vendendo il latte. Un'altra vuole acquistare una macchina da cucire e ha messo su una piccola sartoria. Cosa spera di ottenere da quell'incontro? "Voglio conoscere meglio i miei diritti", dice. "Non voglio che le mie figlie soffrano come ho sofferto io, per questo devo imparare come proteggere i miei e i loro diritti". Nel suoi occhi brilla la speranza e la determinazione di milioni di persone come lei nel mondo. Il potere della gente di generare speranza e produrre il cambiamento è molto attivo nel 60° anniversario della Dudu. La consapevolezza dei diritti umani si sta diffondendo a livello globale. I leader mondiali la stanno ignorando, a loro rischio." Continua...

articolo successivo: Amnesty International: Rapporto Annuale 2008, fatti e cifre.
articolo successivo: La situazione dei diritti umani in Italia

PrimoZanni

Nessun commento:

Powered By Blogger